PERCHÉ RINUNCIARE AI CARBOIDRATI È COSÌ DIFFICILE? Chi sono i Carboholic?

Alzi la mano chi almeno una volta nella vita non ha ceduto all’irresistibile tentazione di aprire il frigo di notte nonostante tutte le indicazioni scientifiche raccomandano pasti leggeri ed oculati proprio di sera. Ma quel desiderio impulsivo di dolce e salato arriva e quando si palesa è complesso non cedere al suo richiamo, anche se si è consapevoli che in fondo al tunnel ci sono soli pentimenti e sensi di colpa. Ecco cosa è un carboholic, una vera e propria di dipendenza.

Ma cosa succede realmente al nostro corpo? Ma soprattutto cosa dice la scienza e siamo sicuri che la colpa sia solo della nostra irrefrenabile golosità? Il pensiero “convenzionale” individua il problema in una questione di volontà o mancanza di autodisciplina, ma c’è una controparte, minoritaria e celebre, che individua il problema fame/obesità nella regolazione ormonale, nello specifico in un ormone che è quello dell’insulina. Questa l’idea di fondo di David Ludwig, endocrinologo americano di fama mondiale.

I Carboholic sono tra noi

Innanzitutto c’è da chiedersi: cosa c’entra l’insulina? 

L’insulina è un ormone essenziale per il nostro organismo poiché consente agli zuccheri di entrare nelle cellule ed essere utilizzati per produrre l’energia. Il problema si palesa quando di insulina ne viene prodotta troppa, come avviene nel caso dell’assunzione di zuccheri. Infatti dopo un picco sia la glicemia sia l’insulina si abbassano bruscamente creando nel cervello un meccanismo di crisi che crea il senso di fame improvvisa. Di conseguenza per avvertire meno il senso di fame esiste una sola strada: limitare o eliminare gli zuccheri e i carboidrati. Ma lo zucchero non è soltanto ciò che al palato appare dolce. Ludwig infatti ha dimostrato che gli alimenti con più zucchero non sono solo i dolci, ma i cibi da indice glicemico alto come farina bianca, patate e l’amido. Ed è proprio un alto indice glicemico ad essere responsabile dell’attivazione del “nucleo accumbens”, una regione nel cervello che secerne dopamina ed è alla base di nota per tutte le dipendenze.

In breve, a livelli più alti di insulina corrisponde un maggiore desiderio di carboidrati“. Il risultato è che anche un boccone o un assaggio di cibi ricchi di carbo può stimolare l’insulina e creare un pressante senso di fame che conduce pian piano ad una perdita di controllo del proprio peso. Da qui scaturiscono a cascata meccanismi come sovrappeso e obesità, causati, secondo Ludwig, proprio dall’assunzione di carbo con l’insulina che fa da principale effettore. Allora che fare? La soluzione è una semplice restrizione calorica? Risposta sbagliata.

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Il perché lo abbiamo chiesto al Professor Giovanni Spera

Professore si può con una dieta ipocalorica, lenire il senso di fame?

Come dice Ludwig, certamente no se non è anche fortemente ipoglucidica. Anzi, il senso di fame, scontato quando si assume meno cibo, paradossalmente diventa una vera e propria crisi di astinenza, una vera food addiction quando la riduzione è a carico prevalentemente, ma non totalmente, dei carboidrati. Non si risolve così il problema dei carboholic.

Cosa c’entra e cosa comporta l’insulino-resistenza?

L’insulino-resistenza si instaura, assieme ad una condizione di infiammazione sistemica, quando con l’eccessivo incremento di tessuto adiposo, specie se di grasso viscerale, si creano i presupposti di quella forma di Diabete Mellito in cui l’insulina non è carente, ma anzi, pur prodotta in grande quantità, è inefficace nel rendere utilizzabile il glucosio come substrato metabolico. L’insulina, insomma, come affermano da tempo i moderni scienziati della Nutrizione come Ludwig, da fidato alleato diventa il più infido dei nemici del corretto bilancio energetico di un organismo e compagna di vita di un carboholic.

Perché sempre più clinici suggeriscono dei percorsi di dieta chetogenica?

Perché la riscoperta di questo meccanismo metabolico alternativo che, consumando le riserve eccessive di grasso e rendendo disponibili i chetoni come substrato energetico al posto del glucosio, combatte l’insulino-resistenza, si propone come una soluzione valida per contrastare, con l’obesità, la crisi di tutto il sistema alimentare indotta dall’eccessiva disponibilità e consumo di cibi ricchi di carboidrati o comunque ad alto indice glicemico.