Per Barbara, 42 anni, l’emicrania non era un semplice mal di testa. Era una presenza fissa, che interferiva con la vita professionale, gli impegni familiari, la possibilità di viaggiare, perfino di dormire bene.

“Negli ultimi due anni ero arrivata a 6–7 attacchi al mese. Vivevo con l’ansia del prossimo episodio. Avevo provato tutto: farmaci, integratori, cambi di dieta, ma niente sembrava funzionare davvero.”

A suggerirle un approccio alternativo è stato il suo neurologo, che l’ha indirizzata a una nutrizionista esperta in dietoterapia chetogenica per disturbi neurologici. “All’inizio ero scettica. Pensavo che la dieta chetogenica fosse solo per chi vuole dimagrire. Poi ho capito che c’era molto di più.”


🔬 Emicrania e dieta: una connessione sottovalutata

L’idea che la dieta possa influenzare l’emicrania è tutt’altro che nuova, ma solo negli ultimi anni sono emersi dati convincenti sull’effetto della chetosi nutrizionale nella modulazione dei sintomi.

La chetogenica sembra agire su più fronti:

  • Riduce l’infiammazione sistemica
  • Stabilizza la glicemia e riduce i picchi insulinici
  • Modula l’eccitabilità neuronale attraverso i corpi chetonici
  • Diminuisce l’attivazione del nervo trigemino, implicato nella genesi dell’emicrania

💬 “Il cibo non era solo un carburante, ma un modo per influenzare la mia neurologia. Questo è stato un cambio di prospettiva totale.”


🥣 Il protocollo: una chetogenica clinica su misura

Barbara ha iniziato con una chetogenica classica (LCKD), non estrema in termini calorici, ma con una netta riduzione dei carboidrati (sotto i 30 g al giorno). Il piano, supervisionato dal dott. Vieri, includeva:

  • 3 pasti principali + 1 spuntino
  • Colazione a base di uova, avocado o yogurt greco intero
  • Pranzo e cena con pesce, carne magra o tofu + verdure fibrose
  • Olio EVO come fonte di grasso buono
  • Niente cereali, legumi, frutta zuccherina o alcol
  • Integrazione con magnesio, potassio e vitamina B2 (implicata nella prevenzione dell’emicrania)
Leggi anche  Debora: “Con la chetogenica ho perso 14 chili senza soffrire la fame”

Il piano era personalizzato anche in base al ciclo mestruale, con attenzione alle variazioni ormonali.


📉 I risultati: meno dolore, più autonomia

Dopo 4 settimane, Barbara nota una diminuzione nella frequenza e intensità degli attacchi.

“Il primo mese ho avuto solo due episodi, e molto più leggeri. Per me era già un successo.”

Dopo 3 mesi:

  • Gli attacchi si riducono a 1–2 al mese
  • Si attenua la necessità di ricorrere a triptani
  • Migliora la qualità del sonno e l’energia mattutina
  • Si normalizza il transito intestinale, da sempre irregolare

In parallelo, Barbara perde 5 kg, pur non essendo in sovrappeso marcato.

“Non era l’obiettivo principale, ma mi ha dato motivazione. E mi sentivo meno gonfia, più centrata.”


⚖️ Una strategia di mantenimento sostenibile

Terminata la fase attiva dopo 4 mesi, Barbara è passata a una dieta low-carb mediterranea, mantenendo:

  • Colazione proteica e senza zuccheri
  • Carboidrati integrali solo a pranzo, in piccole dosi (riso venere, patata dolce)
  • Attenzione all’idratazione e all’apporto di magnesio

Continua a tenere un diario degli attacchi: nei sei mesi successivi, non ha mai superato i 2 episodi mensili.

“Non è la bacchetta magica, ma oggi sento di avere strumenti reali per prevenire. Prima mi sentivo impotente, ora sono parte attiva del processo.”


🔎 Cosa dice la scienza?

Studi recenti (es. Frontiers in Neurology, 2020) confermano che la dieta chetogenica può:

  • Ridurre la frequenza degli attacchi in soggetti con emicrania cronica
  • Migliorare la risposta ai farmaci
  • Potenziare la neuroprotezione grazie ai corpi chetonici

Le evidenze sono più forti nei soggetti con:

  • Emicrania con aura
  • Emicrania associata a insulino-resistenza o sindrome metabolica
  • Insonnia e disbiosi intestinale

Il caso di Barbara mostra che la dieta chetogenica, se ben impostata, può diventare uno strumento terapeutico complementare anche in ambiti diversi dalla perdita di peso. Il segreto è affidarsi a professionisti esperti, ascoltare il corpo e non improvvisare.

“Non tutti reagiranno come me. Ma sapere che il cibo può cambiare il modo in cui il mio cervello funziona mi ha restituito una forma di potere.”

Share This