Simonetta ha 48 anni e lavora in un ufficio contabile. È precisa, organizzata, abituata a controllare tutto. Tranne il suo rapporto col cibo, che da anni seguiva ritmi disordinati e compensatori.

“Mangio bene tutto il giorno, poi la sera perdo il controllo. Aprivo la credenza, prendevo biscotti, fette biscottate, miele, cioccolato. Anche se avevo cenato, non riuscivo a fermarmi.”

Una routine che conoscono bene molte persone, spesso etichettata come fame nervosa o binge eating lieve, e che peggiora con stress, stanchezza e abitudini sedentarie. “Avevo già fatto tante diete, anche con buoni risultati, ma non duravano. Perdevo 6 chili, poi li riprendevo. E la sera tornava tutto come prima.”


🔁 Quando la fame è un segnale, non un difetto

Simonetta si rivolge a una dietista clinica esperta in alimentazione funzionale e strategie metaboliche. Dopo un’anamnesi dettagliata, emerge un profilo tipico:

  • Fame incontrollata serale
  • Picchi glicemici e cali energetici nel pomeriggio
  • Umore fluttuante, ritenzione, sonno disturbato
  • Peso oscillante da anni tra 72 e 78 kg (per 1,62 m)

La proposta: un reset metabolico chetogenico, da seguire per 6 settimane, con monitoraggio settimanale.

“Avevo paura all’inizio. Pensavo di dover rinunciare a tutto. Invece ho scoperto che era più semplice di quanto credessi.”


🍳 Il piano: chetogenica dolce e personalizzata

La dieta prevedeva:

  • Carboidrati sotto i 30 g/die
  • Calorie moderate (1.100–1.200 kcal/die)
  • Tre pasti principali + uno spuntino
  • Colazione salata a base di uova, avocado, semi
  • Pranzo e cena con verdure, carne o pesce, e olio EVO
  • Zero frutta, cereali, alcol, dolci, legumi
  • Integrazione con magnesio e omega 3

Un focus specifico era posto sulla regolarità dei pasti, con orari stabili, e sull’esclusione completa di zuccheri rapidi.

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📉 I risultati: meno peso, più controllo

In poco più di un mese, Simonetta perde 5,5 kg, ma riferisce cambiamenti ben più profondi:

  • Nessun attacco di fame notturna
  • Sonno regolare già dalla prima settimana
  • Energia stabile, senza cali pomeridiani
  • Umore meno altalenante

“Il primo sabato sera mi sono accorta che non avevo voglia di dolce. Era la prima volta da anni. Una sensazione stranissima, ma anche liberatoria.”

La riduzione dei picchi glicemici e la stabilizzazione dell’insulina sembrano essere i due pilastri alla base del cambiamento.


🔄 Mantenimento e flessibilità

Dopo 40 giorni, la dietista propone una fase di transizione controllata: introduzione graduale di:

  • 1 frutto al giorno (mela o frutti rossi)
  • Piccole porzioni di riso o quinoa a pranzo
  • Dolci solo fatti in casa, a basso indice glicemico
  • Mantenimento della colazione salata e degli orari fissi

Simonetta continua a perdere peso, ma senza più la sensazione di dover “resistere”. Il desiderio compulsivo di cibo dolce si è trasformato in una consapevolezza: “Quando mangio bene tutto il giorno, la sera non ho bisogno di cercare conforto nel cibo.”


💬 Una nuova normalità

“Non è solo questione di chili. È sapere che puoi attraversare una giornata intera senza crolli, senza lotte interiori. Per me è questo il vero cambiamento.”

Oggi Simonetta pesa 69 kg, dorme 7 ore di fila e ha iniziato a camminare 4 volte a settimana. Ha mantenuto il peso anche durante le vacanze, senza regole rigide ma con consapevolezza.

“Il bello è che non sto facendo una dieta. Sto solo mangiando come sto bene.”


Il caso di Simonetta dimostra che la dieta chetogenica può essere un alleato anche per chi non ha grandi quantità di peso da perdere, ma cerca un modo per ricostruire il rapporto con il cibo e uscire da automatismi dannosi. Con il giusto supporto, l’energia può tornare, e con essa un senso di libertà a lungo atteso.

“Non è forza di volontà. È una biochimica che funziona meglio.”

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