La Dieta Chetogenica è un approccio terapeutico all’obesità che è ritornato d’interesse per ricercatori, medici e scienziati.

L’Obesità è considerata il male della modernità, con oltre 2 miliardi di persone sovrappeso nel mondo, e finora le terapie farmacologiche sviluppate per combatterla si sono dimostrate inefficaci. Questo perchè l’obesità esogena, cioè l’obesità che non arriva per problemi metabolici congeniti o a causa di malattie, è dovuta essenzialmente ad uno stile di vita e alimentare profondamente scorretto.

Curare l’obesità con i farmaci, quando lo stile di vita non cambia, è come curare un malato di polmonite che non smette di fumare sigarette.

Il New England Journal of Medicine ha pubblicato uno studio che ha analizzato dati su 195 Paesi tra il 1980 e il 2015. Dai risultati è emerso che nel 2015 il 30% della popolazione globale – 2,2 miliardi di persone – aveva problemi di peso in eccesso. Tra questi circa 108 milioni di bambini e oltre 600 milioni di adulti con un indice di massa corporea superiore a 30, che è la soglia dell’obesità. La prevalenza di obesi è raddoppiata dal 1980 in oltre 70 Paesi e ha continuato ad aumentare nella maggior parte delle altre nazioni. Inoltre, notano gli scienziati, anche se la prevalenza dell’obesità nei bambini è inferiore a quella degli adulti, il tasso di crescita dell’obesità infantile in molti Paesi è maggiore di quello degli adulti. Per i ricercatori è “una crisi di sanità pubblica crescente e inquietante”.

Cosa fare allora? Lo abbiamo chiesto a Lorenzo Donini, professore di Fisiologia della Nutrizione all’Università La Sapienza di Roma, per capire quali sono le direzioni e le frontiere della ricerca scientifica contro l’obesità.

Si sta lavorando alla messa a punto di farmaci in grado di controllare il comportamento alimentare e/o il dispendio energetico. La chirurgia sta affinando le sue tecniche. Si stanno rispolverando alcune procedure terapeutiche antiche (vedi le diete chetogene) con approcci diversi dal punto di vista tecnologico

Le diete chetogeniche sono diete conosciute anche dagli anni ‘20 e che sono note per essere molto utili contro l’epilessia. Solo recentemente sono state rivalutate per applicazioni terapeutiche contro l’obesità o il diabete.

Ci può dire di più sulle diete chetogeniche?

Hanno molte potenzialità in diversi ambiti. Potenzialità (e in parte rischi) che non conosciamo appieno. Sono comunque uno strumento importante se inserite in una logica di presa in carico complessiva del paziente, in una terapia che tenga conto dello stile di vita e di un’analisi completa del paziente, non frettolosa.

Il rischio altrimenti di farle fallire è molto grande. Così già successe negli anni ’70 del secolo scorso quando dopo un iniziale periodo di grande moda finirono in mano a professionisti improvvisati e furono poi definitivamente abbandonate per decenni.

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