Lo abbiamo chiesto a Lorenzo Donini, professore di Fisiologia della Nutrizione all’Università La Sapienza di Roma.
Sì, l’Obesità si può Curare. Il problema è che a tutt’oggi abbiamo mal utilizzato le armi che avevamo. Confrontando tra di loro la dieta con la chirurgia, la psicoterapia con i farmaci… Non siamo ancora riusciti a creare un sistema realmente integrato in cui i diversi sistemi di cura vengono utilizzati insieme o in sequenza in funzione di quello che è il quadro clinico del paziente.
Cosa vuol dire? Non c’è omogeneità nelle diagnosi di obesità?
Il fatto di continuare a diagnosticare l’obesità semplicemente sulla base del peso ci porta a considerare che due soggetti con pari BMI siano uguali. Il che non è probabilmente mai vero.
L’approccio al paziente quindi, la cura e la terapia personalizzate, basate sullo stile di vita della persona obesa, un approccio che coinvolge anche l’aspetto psicologico, nutrizionale e farmacologico.
Quindi con diagnosi migliori e terapie più integrate è possibile guarire dall’Obesità?
Curare non vuol dire comunque guarire. Guarire vuol dire essere fuori pericolo, ma in una patologia che risente così tanto dello stile di vita del paziente, è il comportamento che deve cambiare, perché è il modo di vivere (la sedentarietà, il tipo di alimentazione) che sono responsabili della condizione patologia.
E’ possibile migliorare la propria qualità della vita da obeso esclusivamente con un approccio riabilitativo?
Sicuramente sì e l’abbiamo anche dimostrato. Il problema come al solito nel casi dell’obesità (e di tutte le malattie cronico-degenerative) è la necessità di a mantenere alta la guardai per tempi molto lunghi.
Insomma il paziente è il vero guardiano di se stesso, insieme alla sua capacità di mantenere uno stile di vita diverso, più salutare, per evitare di ricadere nella trappola della malattia.