Le disfunzioni endocrinologiche e l’obesità. Quando dietro una condizione da monitorare c’è anche un problema più che estetico.
Le disfunzioni endocrinologiche sono sempre più all’ordine del giorno nel dibattito medico scientifico. Si parla sempre più di obesità e del suo preoccupante e costante aumento nelle cosiddette consumer society. Il tema appare soprattutto oggi una delle sfide più importanti del nostro tempo, anche alla luce degli studi emersi durante la pandemia da Covid-19. Di certo un corretto approccio nutrizionale diventa essenziale per curare diverse complicanze che si insinuano con forza dietro questa condizione, tutt’altro che “solo estetica”.
Ma come ci si confronta con questo tema quando dietro all’eccesso di grasso viscerale ci sono precise cause di carattere endocrinologico? Le Disfunzioni Endocrinologiche sono così importanti?
In che senso e in che modo uno specifico trattamento dietoterapico può essere un’ottima base di partenza per la risoluzione delle disfunzioni endocrinologiche? Ne abbiamo parlato in questo approfondimento con il Dottor Roberto Cesareo, Direttore UO Malattie Metaboliche Ospedale “S.M. Goretti” di Latina e Responsabile Scientifico dell’Update sulle diete chetogeniche ed obesità secondarie a disfunzioni endocrinologiche che si svolgerà il 3 luglio in un live streaming medico dedicato ai professionisti del settore e nel quale parteciperanno con diversi focus: Giovanni Spera, Stefania Falcone, Cherubino Di Lorenzo, Gianluigi Gaspa, Silvia Manfrini, Antonio Stigliano e Alessandro Casini. Modereranno gli interventi in due sessioni: Antonino Costantino e Roberto Cesareo; Andrea Palermo e Gregorio Reda.
OBESITÀ E VACCINO. LO STUDIO DELLA DOTTORESSA MIKIKO WATANABE DE LA SAPIENZA
Dottor Cesareo quali sono le disfunzioni endocrinologiche più comuni nell’obesità?
Le disfunzioni endocrinologiche in obesità vanno sospettate soprattutto in caso di obesità adolescenziali e soprattutto in casi in cui non ci sono situazioni ereditarie predisponenti per obesità essenziale; esse costituiscono il 2-3% dei casi. La bassa statura, il ritardo cognitivo, ed eventuali dismorfismi facciali costituiscono chiari elementi di sospetto. L’ipotiroidismo, il morbo di Cushing patologia caratterizzata da eccessiva produzione di cortisolo da parte delle ghiandole surrenaliche, l’ipopituitarismo, cioè la sindrome correlata a varie cause che determinano un blocco dell’ipofisi che è la centralina endocrina del nostro organismo e l’insulinoma, tumore endocrino dove viene prodotto un eccesso di insulina patologica, sono le cause più frequenti.
Le ultime linee guida europee EASO evidenziano un contributo importante di una dieta chetogenica VLCKD nel trattamento dell’obesità. Quali sono i punti di forza di questo tipo di percorso dietoterapico?
Le diete VLCKD sono diete a bassissimo contenuto calorico (<800 calorie/die dove l’introduzione di carboidrati è inferiore ai 50 gr/die, a fronte di una introduzione di circa 15-30 gr di grassi/die e con una assunzione di proteine pari ad 1/1.5 gr per chilo di peso corporeo). Queste linee guida tramite una revisione sistematica della letteratura ed una accurata analisi statistica dimostrano chiaramente che questo tipo di diete sono estremamente efficaci nella perdita di peso sia nel breve che nel lungo periodo e si associano ad un miglioramento dei parametri metabolici con parametri di maggiore efficacia rispetto alle più comuni diete ipocaloriche in particolare in termini di calo ponderale, miglioramento del profilo lipidico e dell’insulino resistenza. Il vantaggio rispetto alle diete ipocaloriche classiche è che, a fronte di un introito calorico anche inferiore rispetto alle comuni diete ipocaloriche, il paziente avverte molto meno il senso della fame. Le cause di ciò sono molteplici, alcune delle quali ancora non ben note, ma di certo la produzione di corpi chetonici derivanti dal catabolismo delle proteine e dei grassi assunti, esplica probabilmente un effetto “anoressizzante” con riduzione della sensazione della fame ed una maggiore aderenza al trattamento dietetico prescritto. Gli effetti collaterali sono di modica entità caratterizzati soprattutto da una maggiore percentuale di alitosi, episodi di ipoglicemia di solito transitori e vaghi e transitori disturbi di tipo gastroenterico.
La Dieta Chetogenica è considerata anche come strumento terapeutico nella gestione di PCOS e Fertilità. Dottore cosa ci dicono gli studi e in che modo la chetosi può influire sulla risoluzione dei problemi sopra citati?
La PCOS ovvero la sindrome dell’ovaio policistico si associa ad aumentata prevalenza di obesità, iperinsulinismo, insulino resistenza ed infertilità. La dieta chetogenica per il significativo ridotto introduzione di zuccheri si correla ad un miglioramento dell’insulina resistenza che, associata a riduzione del calo ponderale, comporta una maggiore frequenza di cicli ovulatori ed un miglioramento della fertilità.
Nell’UPDATE SULLE DIETE CHETOGENICHE ED OBESITA’ SECONDARIE A DISFUNZIONI ENDOCRINOLOGICHE di cui lei è Responsabile Scientifico si parla anche di Ipotiroidismo. Qual è il contributo della chetogenica in questa problematica?
L’ipotiroidismo dell’adulto è piuttosto frequente ma fortunatamente la forma prevalente è quella subclinica, una forma subdola e che raramente si associa ad eccesso ponderale. Ovviamente nelle forme conclamate l’aumento ponderale, caratterizzato in prevalenza da ritenzione idrica, può diventare rilevante anche se è, fortunatamente, prontamente reversibile dopo trattamento farmacologico con tiroxina, ovvero l’ormone tiroideo sintetico. In questi casi, ovvero in paziente affetto da ipotiroidismo, sia conclamato ma anche subclinico, l’efficacia della dieta ipocalorica ma anche della dieta chetogenica è inficiata dal metabolismo tiroideo “rallentato” per cui l’obiettivo terapeutico in tali casi è ripristinare l’eutiroidismo ovvero la normale funzione tiroidea. Solo successivamente ed in caso di persistenza di eccesso ponderale nonostante la normalizzazione della funzionalità tiroidea, sarà corretto impostare un percorso dietetico ipocalorico per il quale ovviamente, saranno controindicazioni ad un’eventuale inizio di VLCKD.