Uno studio innovativo apre nuove prospettive nella ricerca contro il carcinoma mammario triplo negativo, una delle forme di tumore al seno più aggressive e difficili da trattare. I risultati dimostrano che la combinazione di una dieta chetogenicae della metformina, un farmaco comunemente utilizzato per il trattamento del diabete di tipo 2, può ridurre significativamente la crescita tumorale e migliorare la sopravvivenza nei modelli preclinici.

Lo studio si è focalizzato sull’effetto sinergico tra la restrizione dei carboidrati, tipica della dieta chetogenica, e l’azione della metformina, che inibisce la gluconeogenesi (la produzione di glucosio da fonti non carboidratiche). I tumori ipossici, altamente dipendenti dal glucosio per il loro metabolismo, hanno mostrato una risposta significativa a questa strategia.

Ecco i risultati principali:

  • Riduzione del carico tumorale: il volume dei tumori si è ridotto del 66%.
  • Crescita tumorale rallentata: una diminuzione della velocità di crescita del 38%.
  • Aumento della latenza tumorale: il tempo prima che i tumori raggiungessero una dimensione significativa è aumentato del 36%.
  • Sopravvivenza prolungata: l’aspettativa di vita mediana nei modelli murini è stata estesa di 31 giorni, equivalenti a circa 3 anni negli esseri umani.

Il successo di questa combinazione terapeutica risiede nella vulnerabilità dei tumori glicolitici. Le cellule tumorali in condizioni di ipossia (basso apporto di ossigeno) si affidano al metabolismo glicolitico per produrre energia. Riducendo la disponibilità di glucosio nel sangue tramite la dieta chetogenica e limitando la sua produzione endogena con la metformina, il metabolismo tumorale viene compromesso, rallentandone la crescita e migliorando la risposta al trattamento.

Questa strategia non si propone di sostituire i trattamenti standard, ma di integrarli. La combinazione di una dieta chetogenica e della metformina potrebbe rappresentare una soluzione efficace per migliorare i risultati clinici nei tumori glicolitici, come il carcinoma mammario triplo negativo.

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Oltre al potenziale diretto sulla crescita tumorale, questa terapia potrebbe ridurre gli effetti collaterali dei trattamenti tradizionali, grazie a una maggiore specificità metabolica e a un impatto limitato sui tessuti sani.

I risultati ottenuti sui modelli murini sono promettenti, ma sono necessari studi clinici sull’uomo per confermare l’efficacia e la sicurezza di questa combinazione. Se confermati, questi dati potrebbero rivoluzionare il trattamento dei tumori glicolitici, offrendo una nuova speranza ai pazienti affetti da carcinoma mammario triplo negativo.