Carmen aveva provato tutto: “Facevo attenzione, contavo le calorie, mangiavo poco. Eppure ingrassavo”. A 38 anni, dopo mesi di aumento di peso inspiegabile, stanchezza cronica e ritenzione, aveva quasi rinunciato a cercare una soluzione. “Mi sentivo sconfitta, e il mio corpo non rispondeva più. Ero gonfia, appesantita, sempre stanca”.

È in quel momento che, su consiglio del medico di base, Carmen si rivolge al dottor Marcello Orio, specialista in endocrinologia e nutrizione clinica. Dopo gli esami di routine e una valutazione corporea con bioimpedenziometria, emerge un quadro chiaro: massa grassa molto elevata, metabolismo rallentato, infiammazione sistemica moderata.

“Non ero solo sovrappeso. Il mio corpo era in un equilibrio alterato. Avevo bisogno di un reset metabolico completo”, racconta Carmen.

La svolta: protocollo chetogenico VLCKD

Il dottor Orio propone un approccio intensivo ma ben monitorato: la VLCKD (Very Low Calorie Ketogenic Diet), una variante medica della dieta chetogenica. Si tratta di un regime a basso contenuto calorico (600–800 kcal/giorno), con carboidrati quasi assenti (meno di 30 g al giorno), proteine calibrate e grassi ridotti, il tutto finalizzato a:

  • Indurre chetosi nutrizionale stabile
  • Proteggere la massa muscolare
  • Favorire la perdita di massa grassa
  • Ridurre la fame e la glicemia

Il protocollo prevede l’utilizzo di pasti funzionali (shake, zuppe, barrette, creme proteiche) forniti da un’azienda specializzata, da integrare con verdure consentite e un piano di idratazione rigoroso.

“Non ho mai avuto fame, né la sensazione di fare una dieta punitiva. Anzi, mi sentivo lucida, leggera, meno gonfia fin dai primi giorni”, ricorda Carmen.

I numeri del cambiamento

Il percorso dura circa 12 mesi, con una prima fase intensiva di 3 mesi, seguita da una transizione graduale e dal mantenimento. Il bilancio finale è sorprendente:

  • –28 kg totali
  • –23 kg di massa grassa
  • Stato infiammatorio ridotto
  • Nessuna perdita significativa di massa magra
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Carmen non ha praticato attività fisica durante la fase intensiva, per concentrare le energie sulla rieducazione alimentare. Dopo sei mesi, ha introdotto brevi camminate quotidiane e yoga dolce.

“La cosa che mi ha colpita di più? Il fatto che non ho ripreso peso nemmeno durante le vacanze estive, senza alcun sacrificio. Per la prima volta, il mio corpo ha imparato a funzionare in modo diverso.”

La gestione nel tempo

Uno degli aspetti più delicati della VLCKD è il mantenimento, spesso trascurato nelle diete rapide. Carmen, invece, ha proseguito con un piano di reintroduzione dei carboidrati controllato, basato su cereali integrali, legumi e frutta a basso impatto glicemico.

Il piano attuale, seguito sempre con il supporto del dottor Orio, prevede:

  • Tre pasti principali al giorno
  • Spuntini ricchi in fibre e proteine
  • Controllo settimanale del peso e mensile della composizione corporea
  • Periodiche “mini-fasi” chetogeniche (2–3 giorni) in caso di scompensi

Conclusione: un protocollo efficace solo se ben gestito

La storia di Carmen mostra che la dieta chetogenica, se eseguita sotto controllo medico e personalizzata, può offrire risultati concreti e duraturi, anche in soggetti con metabolismo resistente.

Non si tratta di una soluzione universale, né di un metodo fai-da-te. Ma per chi soffre di obesità metabolica o accumulo di grasso viscerale, può rappresentare una vera svolta terapeutica.

“Per me è stata la fine delle diete inutili e l’inizio di un nuovo rapporto con il mio corpo. Ora lo rispetto, e lui risponde”.

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