Quando i farmaci non bastano più, i genitori si trovano spesso davanti a una scelta difficile: rassegnarsi o cercare soluzioni alternative. Milena, madre di una bambina di 6 anni affetta da epilessia farmacoresistente, ha scelto la seconda via. E l’ha trovata nella dieta chetogenica classica, prescritta e seguita in ospedale.

“Non sapevo nemmeno che il cibo potesse avere un effetto terapeutico sul cervello. Ma quando ci hanno spiegato come funzionava la chetogenica, abbiamo capito che valeva la pena provare.”


🧠 Un caso complesso, una diagnosi difficile

La figlia di Milena – che chiameremo Giulia – inizia a manifestare crisi epilettiche a 4 anni. Crisi assenze, poi tonico-cloniche, con frequenza crescente. I neurologi provano due farmaci diversi, senza successo. La diagnosi è epilessia generalizzata idiopatica con farmacoresistenza parziale.

“Era come se qualcuno avesse spento la luce. Le crisi erano imprevedibili. E ogni farmaco aggiunto sembrava avere più effetti collaterali che benefici.”

A questo punto, l’équipe dell’ospedale pediatrico propone di inserire la dieta chetogenica classica (4:1) come trattamento aggiuntivo, sotto stretto controllo medico.


🍳 Il protocollo terapeutico

La dieta chetogenica per l’epilessia non è la stessa usata per perdere peso. È molto più rigida, strutturata in base a rapporti precisi tra macronutrienti:

  • 4:1 = 4 parti di grassi per ogni 1 di proteine + carboidrati
  • Carboidrati: massimo 10–15 g al giorno
  • Grassi: fino all’85–90% dell’apporto calorico
  • Monitoraggio dei livelli di chetonemia (con stick e analisi)
  • Integrazione con vitamine, calcio, selenio, carnitina, vitamina D

“Abbiamo passato due giorni in ospedale per iniziare. Hanno insegnato a me e a mio marito come pesare tutto al grammo, come usare i software, come reagire in caso di cali glicemici.”

I pasti vengono preparati a casa con bilancia di precisione e con il supporto di dietisti e neurologi pediatrici. Il piano include cibi come:

  • Uova, burro chiarificato, panna
  • Zucchine, spinaci, cetrioli
  • Crema di mandorle, olio MCT
  • Preparazioni cheto calibrate su misura (es. mousse di panna e albume, omelette con olio di cocco)
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📉 I risultati: meno crisi, più attenzione

Dopo 3 settimane, le crisi iniziano a ridursi. Dopo 3 mesi:

  • La frequenza delle crisi scende da 15 al mese a 3
  • La bambina è più attenta, meno sonnolenta
  • Diminuiscono gli effetti collaterali dei farmaci
  • I tracciati EEG mostrano una migliorata stabilità

“Per la prima volta, abbiamo avuto una settimana intera senza crisi. Non ci sembrava vero.”

Dopo 6 mesi, l’équipe medica valuta la riduzione graduale di un farmaco, mantenendo la dieta come terapia di fondo.


🧩 Una vita diversa, ma vivibile

Milena e suo marito hanno modificato radicalmente la vita quotidiana: pesano ogni alimento, preparano in anticipo i pasti per la scuola, insegnano ai nonni a non offrire nulla fuori dal piano. Ma il risultato ha dato senso a tutto.

“La dieta è impegnativa. Ma la qualità della vita di nostra figlia è migliorata. E anche noi abbiamo trovato un nuovo equilibrio.”

La dieta viene mantenuta per almeno due anni, con monitoraggi trimestrali, e successivamente valutata per una transizione verso una formula più flessibile.


🔎 Cosa dice la scienza

Numerosi studi, tra cui una review pubblicata su The Lancet Neurology (2018), confermano che:

  • La dieta chetogenica è efficace nel ridurre la frequenza delle crisi epilettiche, soprattutto in età pediatrica
  • Circa il 50% dei bambini ottiene una riduzione >50% delle crisi
  • Fino al 10% può arrivare alla completa remissione
  • È particolarmente utile nei casi di epilessia refrattaria, sindrome di Dravet, Lennox-Gastaut

✔️ La dieta non sostituisce i farmaci, ma li potenzia o ne consente la riduzione.


Il caso di Milena e Giulia dimostra come la chetogenica possa essere più di una dieta: uno strumento terapeutico, validato scientificamente, capace di cambiare la traiettoria di una malattia neurologica. Con rigore, ma anche con speranza.

“Ogni volta che mia figlia dorme una notte intera, senza crisi, io so che la dieta sta lavorando. Ed è il miglior regalo che potessimo farle.”

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