Pancia gonfia, crampi, stitichezza alternata a diarrea, senso di peso dopo i pasti: per chi soffre di sindrome dell’intestino irritabile (IBS) questi sintomi possono diventare un limite costante nella vita quotidiana. In molti casi, i farmaci aiutano poco e il problema sembra “nascere da dentro”.

Per queste persone, la dieta low-FODMAP è oggi una delle soluzioni più efficaci, raccomandata dalle principali società di gastroenterologia. Ma va seguita con criterio, temporaneamente e sotto supervisione professionale.

“La dieta Low-FODMAP è indicata per chi soffre di sindrome dell’intestino irritabile, aiutando a ridurre sintomi come gonfiore e dolore addominale.”
Fondazione Poliambulanza di Brescia
(fonte)


🧪 Cosa sono i FODMAP?

FODMAP è un acronimo che indica un gruppo di carboidrati fermentabili:

  • Fermentabili
  • Oligosaccaridi (fruttani, galattani)
  • Disaccaridi (lattosio)
  • Monosaccaridi (fruttosio in eccesso)
  • And
  • Polioli (sorbitolo, mannitolo)

Queste molecole, presenti in molti alimenti comuni, vengono mal assorbite nell’intestino tenue, fermentano nell’intestino crasso e provocano gas, gonfiore, distensione addominale, diarrea o stipsi.


🧭 A chi è utile questa dieta?

La low-FODMAP è particolarmente indicata per:

  • Sindrome dell’intestino irritabile (IBS), forme diarroiche, stitiche o miste
  • Gonfiore addominale funzionale cronico
  • Sensibilità al fruttosio o al lattosio
  • Alcune forme di disbiosi intestinale
  • SIBO (sovracrescita batterica nel tenue), in fase post-trattamento

Attenzione: non è una dieta da seguire per sempre, ma un protocollo temporaneo, a fasi.


🧩 Le 3 fasi della dieta low-FODMAP

1. Eliminazione (2–6 settimane)

Si escludono tutti gli alimenti ad alto contenuto di FODMAP per ridurre i sintomi e “resettare” l’intestino.

2. Reintroduzione graduale (6–10 settimane)

Si reintroducono uno alla volta i diversi gruppi (lattosio, fruttani, polioli…) per capire quali sono i trigger personali.

3. Mantenimento personalizzato

Si costruisce una dieta libera da ciò che causa sintomi, ma varia e sostenibile.

“Ogni persona ha una tolleranza diversa ai FODMAP. È per questo che la fase di reintroduzione è fondamentale: ci consente di evitare restrizioni inutili.”
Equipe di Poliambulanza


📋 Esempio di giornata “low-FODMAP”

Colazione
– Fiocchi d’avena (piccole dosi) + latte di riso + fragole
– Tè verde

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Pranzo
– Riso basmati + zucchine grigliate + pollo alla piastra
– Condimento: olio EVO + succo di limone

Merenda
– Uva spina o kiwi + una manciata di noci

Cena
– Quinoa + uova sode + spinaci cotti
– Infuso di zenzero


🛑 Alimenti da evitare in fase 1 (esempi)

CategoriaCibi da evitare
VerdureCipolla, aglio, porro, cavolfiore, broccoli, asparagi
FruttaMele, pere, pesche, anguria
LatticiniLatte vaccino, yogurt, formaggi freschi
CerealiFrumento, segale, orzo (non integrale)
LegumiLenticchie, fagioli, ceci (fase iniziale)
DolcificantiSorbitolo, xilitolo, mannitolo

📊 Risultati attesi

Studi clinici (Monash University, 2014–2020) hanno dimostrato che:

  • Circa 75% dei pazienti IBS ha una significativa riduzione dei sintomi in fase 1
  • I benefici permangono nel tempo se si costruisce una fase di mantenimento corretta
  • La low-FODMAP migliora anche la qualità della vita, riducendo ansia e interferenze sociali legate ai disturbi intestinali

⚠️ Attenzione: non è per tutti

La low-FODMAP è una dieta clinica, da non seguire:

  • In gravidanza o allattamento
  • In caso di disturbi del comportamento alimentare attivi
  • Per lunghi periodi senza supervisione
  • In bambini sotto i 14 anni, se non indicata da specialista

Un approccio scorretto può portare a dieta monotona, perdita di fibre e peggioramento del microbiota.

“Questa dieta può funzionare molto bene, ma solo se è temporanea e ben guidata. L’obiettivo non è eliminare per sempre, ma capire e adattare.”
Fondazione Poliambulanza


La low-FODMAP è un intervento nutrizionale potente, adatto a chi ha già provato “di tutto” per sistemare l’intestino. Ma la chiave non è la rigidità: è la personalizzazione e la consapevolezza.

“La dieta non guarisce il colon irritabile. Ma può spegnere il fuoco e restituirti una vita normale.”

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