Il rischio di una dieta chetogenica è la chetoflu? Iniziare una dieta chetogenica può sembrare, all’inizio, un’esperienza liberatoria: fame ridotta, energia più stabile, maggiore lucidità mentale. Ma tra il secondo e il quinto giorno, molti riferiscono un’improvvisa sensazione di malessere generale. Si chiama chetoflu, o “influenza chetogenica”, ed è un insieme di sintomi transitori che possono comparire nei primi giorni di adattamento metabolico.
Non è una malattia. È una risposta fisiologica temporanea del corpo che passa da un metabolismo glucidico a uno lipidico. Comprendere cos’è la chetoflu aiuta a gestirla meglio, evitando fraintendimenti o, peggio, l’abbandono della dieta proprio quando stava iniziando a funzionare.
Cos’è la chetoflu? Un reset metabolico scomodo ma utile
Con l’inizio della dieta chetogenica, i carboidrati vengono drasticamente ridotti (spesso a meno di 30 grammi netti al giorno). Il fegato inizia a produrre corpi chetonici a partire dai grassi, per fornire energia a cervello, muscoli e altri tessuti. Ma questo passaggio richiede tempo. Fino ad allora, il corpo si trova in uno stato di “limbo metabolico”: il glucosio non basta più, ma la chetosi non è ancora pienamente avviata.
Durante questo periodo, l’organismo può reagire con sintomi tipici:
- mal di testa
- nausea o senso di stomaco chiuso
- vertigini
- irritabilità
- debolezza muscolare
- stitichezza
- difficoltà di concentrazione
- respiro “metallico”
Questi sintomi prendono il nome di “chetoflu” proprio perché simili all’influenza, ma non coinvolgono virus né processi infettivi.
Perché succede?
La chetoflu è il risultato di una rapida deplezione di glicogeno, accompagnata da un cambiamento ormonale e idrosalino:
- Il glicogeno trattiene acqua. Quando si svuota, si perdono molti liquidi e sali minerali.
- L’insulina si abbassa, aumentando la diuresi.
- La carenza di sodio, potassio e magnesio può causare crampi, debolezza e stanchezza mentale.
- Anche la flora batterica intestinale può risentirne, con gonfiore o rallentamento.
In pratica, il corpo sta “disintossicandosi” dagli zuccheri, ma ha bisogno di un tempo di adattamento.
⚠️ Disclaimer
Questo articolo ha finalità puramente informative. I suggerimenti riportati non sostituiscono il parere di un medico o nutrizionista. La dieta chetogenica è un intervento profondo sul metabolismo e deve sempre essere seguita da professionisti. I sintomi descritti, se gravi o persistenti, vanno sempre segnalati al proprio medico.
Strategie alimentari e comportamentali per superare la chetoflu
1. Reintegrare sali minerali
Uno dei principali errori è bere tanta acqua senza reintegrare sodio, potassio e magnesio.
- Brodi fatti in casa con sale marino
- Acqua ricca di minerali
- Verdure a foglia verde, semi di zucca, avocado (per il potassio)
- Integrazione mirata sotto consiglio medico
2. Non ridurre troppo le calorie
All’inizio, la perdita di fame può portare a mangiare troppo poco. Ma il corpo ha bisogno di energia e nutrienti per adattarsi.
3. Limitare l’attività fisica intensa nei primi giorni
La chetosi non è ancora stabilizzata, e forzare il corpo con allenamenti duri può peggiorare la stanchezza. Meglio attività leggere: camminate, stretching, yoga.
4. Aggiungere grassi buoni a ogni pasto
Il corpo deve imparare a usarli come carburante. Evitare pasti poveri di grassi e ricchi di proteine, che possono rallentare la chetosi e peggiorare la chetoflu.
- Olio EVO, burro chiarificato, olio di cocco, avocado, noci
5. Dormire il più possibile
Il cortisolo (ormone dello stress) è più alto durante la transizione. Il sonno è essenziale per modulare la risposta infiammatoria e ormonale.
Quanto dura?
Per la maggior parte delle persone, la chetoflu dura 2-5 giorni. In rari casi può protrarsi fino a 10 giorni, soprattutto se l’adattamento è lento o ci sono condizioni preesistenti.
Passata questa fase, molti riferiscono un improvviso miglioramento dell’energia, della lucidità e del senso di controllo sulla fame. È il segno che la chetosi è stata raggiunta e il corpo si è cheto-adattato.
Vale la pena?
La chetoflu è fastidiosa, ma transitoria. È il prezzo (basso) per un cambio di marcia metabolico profondo. Sapere che è normale, e sapere come affrontarla, è la chiave per non interrompere il percorso proprio sul più bello.