Calmare la fame con le proteine Casearie e del siero del Latte è il modo migliore per frenare l’appetito?

Molto studiate per la loro notevole valenza in campo dietologico, perché nel mondo occidentale esse rappresentano la maggiore fonte proteica di nutrimento, le proteine dei prodotti caseari offrono diversi spunti di riflessione.

Questa fonte proteica ha la capacità di contribuire al calo di peso ponderale e, quando sufficientemente presente nelle diete per il mantenimento del peso perduto, di prevenire la ripresa di peso.

Tali proteine sono le caseine (che nel latte rappresentano una quota pari all’80%) e le proteine del siero del latte (che nel latte rappresentano una quota pari al 20%).  

Sono presenti nella letteratura scientifica numerosi dati che riguardano gli effetti dei prodotti alimentari caseari, ed in particolare delle proteine casearie, sul controllo dell’appetito, sull’apporto energetico e sulla composizione corporea, ad esempio, sul loro ruolo nelle ben documentate proprietà sazianti delle caseine e delle proteine del siero del latte.

Altri recenti studi mostrano che una supplementazione con prodotti caseari  influenza favorevolmente le sensazioni dell’appetito e il tempo di richiesta di cibo.                                                                                                              

Caseina vs Proteine del Siero del Latte

Le caseine e le proteine del siero di latte differiscono tra loro nella velocità di assorbimento e di digestione: le caseine sono proteine a lento assorbimento (restano più tempo nello stomaco) e le proteine del siero di latte sono proteine a veloce assorbimento.

Inoltre le Caseine e le proteine del Siero del Latte differiscono per la loro composizione in amminoacidi.

Diversi dati sperimentali e clinici indicano che le proteine del siero del latte saziano di più nel breve periodo, mentre le caseine sono più sazianti nel lungo periodo.  

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Caseina vs Proteine del Siero del Latte – Un pareggio

Tuttavia, per quanto riguarda gli ormoni della sazietà prodotti nell’intestino (colecistochinina e peptide YY) e quelli che stimolano la fame (ghrelina), non c’è una chiara evidenza che una sola fonte proteica abbia un effetto di stimolo più grande rispetto alle altre.

Allo stesso modo, non c’è chiara evidenza che una sola fonte proteica conduca a una più elevata termogenesi dieta-indotta e che promuova dei cambiamenti più benefici per il peso corporeo e per la sua composizione rispetto alle altre fonti proteiche. Calmare la fame sì, ma non c’è ancora una evidenza scientifica certa di una “classifica” di fonti proteiche che calmano di più l’appetito.                                                 

Il più importante fattore determinante per la qualità proteica è la composizione in amminoacidi.

Le proteine del siero del latte posseggono un elevato contenuto in amminoacidi essenziali e a catena ramificata (BCAA), cosa che probabilmente le rende molto efficienti nel promuovere una valida sintesi proteica. Per questo vengono identificate come le proteine più utili per calmare la fame..

Proteine del Siero del Latte – più Amminoacidi Ramificati

Molte sono le frazioni proteiche con notevole attività biologica contenute nelle proteine del siero del latte (che in rete sono note con il loro nome in inglese e cioè Whey Protein – WP). L’elevato contenuto di amminoacidi ramificati consente alle WP di stimolare una buona produzione di colecistochinina, un ormone intestinale che invia ai centri regolatori della fame/sazietà il segnale di sazietà.

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Anche il contenuto in amminoacidi essenziali ramificati e non (leucina, lisina, triptofano) contribuisce all’effetto saziante delle WP.

In particolare il triptofano è il precursore del neuro-trasmettitore serotonina che agisce come un segnale di sazietà sui centri cerebrali della regolazione dell’appetito. Inoltre, è stato osservato, utilizzando delle scale visive analogiche per valutare il grado di sazietà o anche mediante assunzione energetica a volontà, che le WP aumentano il grado di sazietà più che le proteine del tonno, del tacchino e delle uova.                                                                                                                              

Per le conclusioni lasciamo la parola al Professor Mauro Giulietti, Già Dirigente Medico Patologia Clinica e Dietologia Clinica Ospedale INRCA IRCCS, Roma                                          

“In conclusione, l’aumento di sazietà e del dispendio energetico osservati nel consumo di diete con buone quantità di proteine – spiega il Prof. Giulietti – potrebbero tradursi in effetti benefici sul peso corporeo e sulla sua composizione, sia durante le diete ipocaloriche per il calo ponderale, sia durante le diete di mantenimento per non riacquistare il peso perduto.

Proteine animali e proteine vegetali. Quali aiutano di più?

“Una rassegna di qualche anno fa ha esaminato l’ipotesi che differenti fonti proteiche possono interessare il peso corporeo e la sua composizione in maniera diversa tra loro. Gli Autori, però, hanno concluso che non c’è chiara evidenza che una fonte proteica sia da preferire alle altre, ma che le proteine animali, soprattutto quelle provenienti dai prodotti caseari, siano le migliori nel promuovere sintesi proteica (salvaguardia della massa magra) rispetto alle proteine di origine vegetale”.