Riusciremo a mantenere il peso perduto o lo recupereremo a causa del classico “effetto yo-yo”?

Sono molti i pazienti e le persone che si avvicinano alla dieta chetogenica VLCKD, Very Low Ketogenic Diet, una dieta chetogenica a basso contenuto di grassi e normoproteica.

Oggi parliamo della fine della dieta chetogenica, cioè di quello che succede al termine della terapia dietetica. Dal ritorno all’alimentazione normale fino a quello che può accadere nel lungo periodo, negli anni successivi alla dieta.

Intanto cominciamo dall’inizio, cioè quando la dieta chetogenica è conclusa e si ritorna verso una normale alimentazione. Lo facciamo con Maurizio Fadda, Dietista Clinico della S.C. Dietetica e Nutrizione Clinica della Città della Salute di Torino.

Dottor Fadda, anzitutto come funziona per il paziente il percorso che va dalla fine della dieta chetogenica e si conclude con il ritorno dell’alimentazione normale?

Sicuramente è un passaggio semplice dal punto di vista pratico, anche se complesso – spiega Maurizio Fadda – dal punto di vista scientifico, perché non esistono ancora in letteratura dei lavori che abbiano stabilito come si interrompe una dieta chetogenica e come si passa ad una alimentazione di mantenimento

Questa è però una cosa piuttosto comune, perché non esiste nessun protocollo di uscita per nessuna dieta. Non esistono lavori che ci descrivono come passare da una dieta ipocalorica ad una che permetta di mantenere il peso perso, generalmente si passa ad uno schema dietetico mediterraneo con un apporto calorico superiore

Per la dieta chetogenica quali sono le pratiche più comuni nella fase di uscita dallo schema chetogenico?

Di solito, in passato, c’era l’abitudine di reintrodurre gradualmente i carboidrati, usando reintrodurre prima i carboidrati a lento assorbimento (pane e pasta integrale) e poi quelli a più rapido assorbimento, come, ad esempio, la frutta.

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In alcuni casi si utilizza questa pratica, altre volte si potrebbe utilizzare una tecnica a fasi alternando giorni di chetogenica a dieta bilanciata non chetogenica Questo aiuterebbe a rieducare l’organismo ad utilizzare il substrato metabolico corretto a seconda dell’attività fisica e dello stile di vita del paziente.

Il concetto è alternare dei periodi di chetogenica a periodi di reintroduzione dei carboidrati privilegiando i carboidrati che si assorbono più lentamente, come pasta e pane integrale e in generale le farine integrali, oltre alla verdura non amidacea che assicura una buona quantità di fibre

Cosa accade al nostro corpo quando finisce la dieta chetogenica?

La fine della chetosi è abbastanza veloce, nel senso che la chetosi dopo 1-2 giorni dalla reintroduzione dei carboidrati termina. Il termine della chetosi dopo la reintroduzione di carboidrati è un processo fisiologico e l’alternanza di periodi di chetosi ad altri di non chetosi potrebbe essere, anche sul lungo periodo una strategia utile per il mantenimento del peso corporeo.

Ci può essere l’ipotesi che questo tipo di alternanza permetta una efficienza metabolica migliore e questo a tutto vantaggio per il paziente.

E’ possibile mantenere i risultati di una dieta chetogenica a lungo?

se noi ci basiamo sui lavori relativi all’epilessia, in dieta chetogenica si può vivere per sempre. In letteratura sono riportati casi di bambini con epilessia farmaco resistente che sono da 10-20 anni in dieta chetogenica e sono diventati adulti e continuano la dieta chetogenica. Questo accade anche con bambini affetti da deficit di GLUT1 che non possono assorbire i carboidrati e devono continuare tutta la vita con la dieta chetogenica

Che cos’è la chetosi?

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La chetosi è un ricordo genetico del nostro organismo, di quando gli ominidi, nostri antenati erano cacciatori-raccoglitori e l’agricoltura non era ancora stata scoperta, il consumo di carboidrati per l’alimentazione era quindi bassissimo e si alternavano a periodi di abbondanza di cibo, lunghi periodi di digiuno. Quindi i nostri antenati vivevano per molto tempo in chetosi e questo si è così profondamente inscritto nei nostri geni che la chetosi, è per il nostro organismo naturale e