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Dr. VA. Giagulli

Il Dr. VA. Giagulli (MD e PhD) è responsabile del Centro Polispecialistico di Endocrinologia e Malattie Metaboliche del Presidio di Assistenza Territoriale “F Jaia” di Conversano (DSS12), ASL Bari. Il centro è riconosciuto dalla Regione Puglia sia come centro per la prescrizione dell’ormone della crescita (GH) per i pazienti adulti con deficit di GH che per la prescrizione dei presidi Tecnologici per i pazienti affetti da diabete mellito. Inoltre, è riconosciuto dalla Società Italiana di Andrologia Medica e della Medicina della Sessualità (SIAMS) come Laboratorio e Centro di ricerca per l’endocrinologia andrologica, infertilità di coppia, ipogonadismo maschile e sessuologia di coppia.

Professore cos’è e come si manifesta l’ipogonadismo maschile?

Il deficit di testosterone (T) e/o la compromissione della spermatogenesi caratterizzano la condizione clinica dell’ipogonadismo nel maschio.

I segni clinici ed i sintomi sono molto differenti, dipendendo dall’epoca in cui si instaura  questo disturbo: alla nascita, infatti, l’ipogonadismo si caratterizza per l’ambiguità dei genitali (stato intersessuale); prima della pubertà  causa assenza della comparsa della pubertà che determina il tipico aspetto eunucoide (soggetto privo dei caratteri sessuali secondari, testicoli piccoli e sproporzione tra il tronco e gli arti superiori ed inferiori a favore di quest’ultimi); infine, nell’età adulta e senile i sintomi sono prevalentemente legati a riduzione della funzione sessuale (riduzione del desiderio e disfunzione erettile) e della fertilità.

C’è una relazione tra malattie metaboliche e problemi di fertilità maschile? Nello specifico c’è un legame tra diabete di tipo 2 e ipogonadismo maschile?

Recenti evidenze sottolineano che le malattie metaboliche (S. metabolica, obesità e, in particolare, diabete mellito) sono presenti in circa il 30% delle coppie con l’infertilità primaria o secondaria. Questo dato è rafforzato dal riscontro nel sangue di questi pazienti di ridotti livelli circolanti sia di Inibina B che è un marker della Cellula del Sertoli (che è la cellula che regola la spermatogenesi) che di Testosterone. Tuttavia, i fini meccanismi che sono alla base della relazione tra le malattie metaboliche, in particolare il diabete, e l’ipogonadismo, restano ancora poco noti. 

Il testosterone ha anche una funzione metabolica molto importante. Ci spiega in che modo opera questo ormone?

Sicuramente il Testosterone è un ormone metabolico con stretto rapporto con l’insulina sensibilità sia nel maschio che nella donna. Nella donna, l’eccesso di testosterone causa irsutismo, disturbi metabolici ed oligo/amenorrea (S dell’Ovaio Policistico). Nel maschio, invece, quando si riduce (< 300 ng/dl) si riscontra uno stato di insulino-resistenza come sopratutto si verifica nelle malattie metaboliche quali obesità, prediabete o diabete conclamato. Infatti, si ritine che l’obesità (soprattutto quella severa) e l’iperglicemia possano  essere i fattori più importanti che causano il deficit di testosterone. Il dato interessante di questa forma di ipogonadismo dell’adulto è che non è organica ma bensì funzionale, cioè può migliorare grazie alle cure intraprese per le malattie metaboliche di base o utilizzano farmaci (per es. anti estrogeni) che stimolano la secrezione di testosterone grazie al fatto che stimolano la secrezione delle gonadotropine ipofisarie. 

Quanto è importante lo stile di vita in questo ambito? Ma soprattutto quanto è importante tenere sotto controllo il peso?

Come già sottolineato in precedenza, la gran parte delle forme di ipogonadismo dell’adulto sono funzionali e sostenute dalla malattie metaboliche. Pertanto, come per le malattie metaboliche, incluso il diabete, i cambiamenti dello stile di vita quale la dieta, la perdita di peso e l’attività fisica sono essenziali per il miglioramento delle stesse, anche per l’ipogonadismo i cambiamenti dello stile di visita possono migliorare i livelli circolanti di Testosterone e i disturbi legati a tale deficit.

Invece volendo approfondire la tematica dell’età. Si può parlare di andropausa maschile alla pari della menopausa femminile? Che cosa succede al corpo dell’uomo quando invecchia?

Se la menopausa è un momento preciso (circa 50 anni) della vita della donna che si caratterizza dalla condizione di fallimento completo della funzione delle ovaie, nel maschio questo non avviene. Infatti, la fertilità può rimane sino alla senilità e la riduzione del testosterone, sebbene presente rispetto al giovane, è molto lieve, se il soggetto è in buona salute. La cosa evidentemente è diversa se il soggetto anziano presenta delle malattie croniche o assume numerosi farmaci per le suddette cronicità che facilitano anche la comparsa dell’ipogonadismo. Pertanto, nell’anziano che presenta un invecchiamento di successo (in altre parole sano) esiste una fisiologica riduzione dei livelli circolante di testosterone che, però, non risultano essere sotto qui tassi che sono considerati normali (< 300 ng/dl).

All’interno del Congresso Nazionale AME ci sarà un focus su salute maschile e liquido seminale: quali indicazioni per la pratica clinica. Ci racconta qualcosa?


Per prima cosa questo simposio stressa il concetto che esiste una stretta relazione tra le malattie croniche come quelle metaboliche, reumatiche, cardiovascolari ed oncologiche e la compromissione della fertilità del maschio. Pertanto, quando il maschio presenta problemi di fertilità è necessario una valutazione internista del paziente, al fine di escludere patologia sistemiche che possono compromettere la spermatogenesi. Per esempio, diagnosticare un patologia oncologica in un giovane paziente necessita anche di una valutazione della funzione testicolare (mediante uno spermiogramma), soprattutto se il paziente richiede la preservazione della sua fertilità.

C’è una relazione tra malattie metaboliche e problemi di fertilità maschile? Nello specifico c’è un legame tra diabete di tipo 2 e ipogonadismo maschile?

Per prima cosa questo simposio stressa il concetto che esiste una stretta relazione tra le malattie croniche come quelle metaboliche, reumatiche, cardiovascolari ed oncologiche e la compromissione della fertilità del maschio. Pertanto, quando il maschio presenta problemi di fertilità è necessario una valutazione internista del paziente, al fine di escludere patologia sistemiche che possono compromettere la spermatogenesi. Per esempio, diagnosticare un patologia oncologica in un giovane paziente necessita anche di una valutazione della funzione testicolare (mediante uno spermiogramma), soprattutto se il paziente richiede la preservazione della sua fertilità.