Girano molte notizie online a proposito della Vitamina D nella Dieta. Facciamo chiarezza

Per il Club della Dieta, un nostro lettore si è rivolto alla rubrica per avere un parere medico scientifico sulla Vitamina D, di cui in rete si parla molto. Abbiamo chiesto al Professor Giovanni De Pergola, Professore Associato di Medicina Interna della Scuola di Medicina e Chirurgia della Università di Bari Specialista in Endocrinologia e Malattie Metaboliche, Medicina Interna e Oncologia.

La vitamina D – spiega il Professor Giovanni De Pergola – è molto conosciuta per gli effetti esercitati sull’osso e, in particolare, nell’ambito della prevenzione e della terapia della osteoporosi. Peraltro, oggi è noto che la vitamina D esercita anche un’azione antinfiammatoria ed immunostimolante e protettiva verso la insorgenza di ipertensione arteriosa, diabete mellito, cancro ed altre patologie.

Considerando i numerosi effetti protettivi, la vitamina D deve essere integrata nel caso in cui siano bassi i suoi livelli circolanti, ossia le concentrazioni plasmatiche della 25-idrossi-vitamina D, conosciuta anche come calcifediolo, che rappresenta il marcatore del patrimonio di vitamina D di un individuo.

La parte prevalente di vitamina D circolante deriva dalla sua produzione nella cute e non dall’alimentazione. Pertanto, se è importante avere un adeguato livello di assunzione di alimenti che hanno un maggiore contenuto di vitamina D, come il pesce (in particolare sgombro, anguilla, salmone, tonno, aringhe, sardine) ed i derivati del latte, è ancora più importante esporsi al sole. Questo è uno dei motivi che spiega perché i popoli del nord europa integrano la vitamina D più dei popoli che vivono nell’area mediterranea. Comunque, se i livelli di vitamina D sono bassi, è necessaria la integrazione di vitamina D sotto forma di farmaco (pillola o gocce). Infatti, se i livelli di vitamina D rimangono a lungo bassi, si riduce la forza muscolare ed aumenta il rischio di cadere, sviluppare l’osteoporosi, presentare fratture ossee e sviluppare ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari, diabete mellito e cancro.

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Alcuni medici suggeriscono di sospendere la terapia farmacologica con vitamina D nel periodo estivo e di assumerla negli altri mesi dell’anno; questo è un atteggiamento di buon senso, ma non è obbligatorio

Un dato che merita attenzione è che i pazienti obesi hanno livelli circolanti di vitamina D più bassi rispetto ai soggetti normopeso.  il grasso corporeo capta la vitamina D circolante e rappresenta un contenitore della stessa. 

Infine, voglio ricordare che l’assunzione di vitamina D non ha alcuna influenza sull’assorbimento di altri farmaci, soprattutto quelli assunti dopo la menopausa o, comunque, in età avanzata.