Questa la domanda di partenza di uno studio condotto dal Reparto di Endocrinologia, Malattie del ricambio e della Nutrizione dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico “G.Rodolico –San Marco di Catania. Lo studio, il primo nel suo genere, ha documentato gli effetti di una dieta Very Low Calorie Ketogenic Diet (VLCKD) sulla funzione luteale nelle donne affette da obesità e sindrome dell’Ovaio policistico (PCOS). La PCOS è il disturbo endocrino più comune nelle donne in età riproduttiva, la cui prevalenza varia dall’8 al 13%. È caratterizzato da alterazioni metaboliche, riproduttive e psicologiche. La prevalenza della PCOS è correlata all’indice di massa corporea (BMI). Inoltre, le donne con PCOS hanno un rischio di diabete mellito di tipo 2 (T2DM) due volte superiore rispetto ai controlli, indipendentemente dal BMI. Sia la PCOS che il T2DM sono associate ad alterazioni dei livelli sierici di globulina legante gli ormoni sessuali (SHBG) considerata un biomarcatore di disturbi metabolici tra cui T2DM. 

Studio condotto da Maria Cristina Magagnini1 , Rosita A. Condorelli1,*, Laura Cimino1 , Rossella Cannarella1 , Antonio Aversa2 , Aldo E. Calogero1 e Sandro La Vignera1

Di base il primo punto che evidenzia lo studio ha a che fare con la relazione esistente tra obesità e funzione ovarica.

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Maggiore è il BMI della donna e più si notano alterazioni della ovulazione e, di conseguenza, più difficile è il concepimento, anche per via dei rischi che si innescano durante la gravidanza e il parto.

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Da anni si discute e si consiglia alle donne che vogliono avere figli di affrontare questo momento considerando l’importanza di trovarsi vicino al proprio peso ideale. Un assioma facile a dirsi, ma di non semplice realizzazione perché sappiamo tutti che perdere peso è estremamente difficile, soprattutto se i kg da perdere sono tanti. Attualmente non esiste una pillola magica che riesca a far raggiungere in poco tempo e con pochi sforzi questo obiettivo, ma abbiamo a disposizione una strategia nutrizionale molto efficace che si chiama VLCKD, come supportato dal Professore Aldo E. Calogero dell’Università degli Studi di Catania.

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Nello specifico – continua il Professore – la VLCKD può essere considerata un approccio dietetico sicuro e può essere inclusa tra le strategie terapeutiche per il miglioramento metabolico e ovulatorio delle donne con PCOS. Questa risposta è venuta fuori analizzando venticinque pazienti (età media 25,4 ± 3,44 anni) con obesità e PCOS che sono stati sottoposte a VLCKD per 12 settimane. Ad ognuna di loro sono stati misurati i parametri antropometrici (peso corporeo, altezza e circonferenza della vita) ed è stato eseguito il dosaggio dei livelli sierici di SHBG, AMH e progesterone prima e dopo 12 settimane di VLCKD.

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La VLCKD si presenta come la migliore proposta di fronte a problemi come quelli evidenziati sopra sia per un aspetto di sicurezza sia per una questione di tempistica.

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Possiamo dire che negli ultimi anni si è notata una riduzione del tasso di natalità, ancora più spiccata quando l’età dei coniugi é maggiore, per questo è importante tenere in considerazione la variabile tempo. Con una dieta ipocalorica stile mediterraneo la perdita di peso necessaria potrebbe richiedere un lasso di tempo molto più ampio rispetto ad una VLCKD che è caratterizzata proprio da alta performance nel favorire una rapida perdita di massa grassa.