L’intervento del Dottor Maurizio Fadda durante la Ketogenic Diet Academy di Bologna ha rivelato interessanti presupposti, acquisizioni e prospettive nell’utilizzo dell’induzione alimentare della chetosi in campo oncologico

Iniziamo col dire che la chetogenesi, processo attraverso il quale il corpo produce corpi chetonici come l’idrossibutirrato (BHB) e l’acetoacetato (AcAc), è essenziale per la ricerca in oggetto. Questa avviene principalmente nei mitocondri epatici, utilizzando l’acetil-CoA prodotto dall’ossidazione degli acidi grassi. Gli studi evidenziano che la chetosi influisce sul metabolismo umano, con una significativa riduzione dei livelli di insulina senza compromettere la glicemia a digiuno, e una marcata diminuzione della concentrazione di trigliceridi nel siero.

Le analisi indicano un profondo cambiamento nel metabolismo umano durante una dieta chetogenica, con un’accentuata ossidazione mitocondriale degli acidi grassi e una riorganizzazione della composizione degli aminoacidi nel siero. Gli effetti estesi includono l’aumento di acidi grassi antinfiammatori e la modulazione epigenetica indotta dai corpi chetonici, che agiscono come inibitori delle istone deacetilasi.

La relazione suggerisce che la dieta chetogenica potrebbe essere considerata un approccio innovativo nella gestione del cancro, influenzando direttamente le cellule tumorali attraverso la modulazione del metabolismo energetico. Le analisi di sopravvivenza in modelli animali e umani indicano un potenziale impatto positivo, ma sono necessari ulteriori studi clinici per convalidare tali conclusioni.

Approccio Nutrizionale Standard o Innovativo?

Gli standard nutrizionali attuali per i pazienti oncologici, come delineato nelle linee guida ESPEN, mettono in evidenza la necessità di bilanciare attentamente i benefici e i rischi degli interventi nutrizionali. Tuttavia, l’approccio innovativo proposto dal Dott. Fadda suggerisce che la dieta chetogenica potrebbe agire non solo sugli effetti del tumore o delle terapie, ma anche sulle cellule neoplastiche stesse, inducendo una sorta di “fame” nei confronti delle cellule tumorali.

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La dieta chetogenica è considerata una forma di terapia metabolica che mira a disturbare in modo cronico le cellule tumorali. La strategia terapeutica “Press-Pulse” suggerisce che, combinando la dieta chetogenica con fattori acuti come chemioterapia e radioterapia, è possibile massimizzare il suo potenziale terapeutico.

Evidenze cliniche e studio retrospettivo

Uno studio retrospettivo condotto su pazienti con cancro polmonare metastatico ha evidenziato risultati promettenti con un approccio multidisciplinare, incorporando chemioterapia, ipertermia e dieta chetogenica. Il 61,4% dei pazienti ha mostrato miglioramenti, sottolineando il potenziale di questa strategia integrata.

In conclusione, l’utilizzo della dieta chetogenica in oncologia presenta promettenti prospettive terapeutiche.

La dieta chetogenica probabilmente crea un ambiente metabolico sfavorevole per le cellule tumorali e quindi può essere considerata come un promettente coadiuvante come terapia multifattoriale specifica per il paziente. La maggior parte degli studi preclinici e diversi studi clinici sostengono l’uso della dieta chetogenica in combinazione con le terapie standard in base al suo potenziale per migliorare gli effetti antitumorali della chemioterapia classica e della radioterapia, la sua buona sicurezza complessiva, la sua tollerabilità e l’aumento della qualità della vita. Tuttavia, per chiarire ulteriormente i meccanismi della dieta chetogenica come una terapia e valutarne l’applicazione nella pratica clinica, sono necessari ulteriori studi molecolari e studi clinici controllati in modo uniforme.