Quando fai le analisi del sangue, c’è una voce che attira subito l’attenzione: LDL – lipoproteine a bassa densità, conosciute anche come “colesterolo cattivo”. Ma cosa sono davvero? E perché sono al centro di tanti allarmi, miti e semplificazioni?
Cominciamo da qui: le LDL non sono colesterolo, ma molecole di trasporto. Sono lipoproteine, ovvero pacchetti che trasportano il colesterolo (insieme a trigliceridi e proteine) nel sangue. Il colesterolo è essenziale per l’organismo: entra nella composizione delle membrane cellulari, è precursore degli ormoni e della vitamina D. Ma, come spesso accade in biologia, è la quantità e la forma che fanno la differenza tra utile e dannoso.
🔬 Cosa sono le LDL?
Le lipoproteine a bassa densità (Low-Density Lipoproteins) trasportano il colesterolo dal fegato verso i tessuti. Quando ce n’è troppo in circolo, le LDL possono depositare colesterolo nelle pareti delle arterie, favorendo l’infiammazione e la formazione delle placche aterosclerotiche: il primo passo verso l’arteriosclerosi, l’infarto e l’ictus.
È per questo che le LDL sono comunemente chiamate “colesterolo cattivo”. Ma non è tutta la verità.
⚖️ Non tutto il colesterolo LDL è uguale
Le LDL si presentano in diverse dimensioni e densità. Le particelle piccole e dense sono le più pericolose: penetrano più facilmente nelle pareti arteriose e sono più soggette a ossidazione, il processo che scatena l’infiammazione. Le particelle grandi e leggere, invece, sono considerate meno rischiose.
Il problema? Gli esami di routine non distinguono tra i due tipi. Si limitano a dare un valore totale. Ecco perché una persona può avere LDL “alte” ma un profilo cardiovascolare buono, se la prevalenza è di particelle grandi.
📉 Quando il Colesterolo LDL diventa un problema?
Secondo le principali linee guida internazionali (AHA, ESC, NICE), il valore ottimale di LDL dipende dal rischio cardiovascolare individuale. In genere:
- Soggetti sani: < 115 mg/dl
- Soggetti a rischio: < 100 mg/dl
- Soggetti ad alto rischio (diabete, ipertensione, storia familiare): < 70 mg/dl
- Post-infarto o malattia coronarica conclamata: < 55 mg/dl
Ma attenzione: non esiste un numero valido per tutti. Va interpretato insieme ad altri fattori: HDL, trigliceridi, pressione, glicemia, fumo, infiammazione cronica.
🥑 Come si abbassa il Colesterolo LDL?
Ecco le strategie con più evidenza scientifica:
1. Alimentazione equilibrata
– Ridurre grassi trans (merendine, fritti industriali)
– Limitare i grassi saturi (carni rosse, burro, formaggi)
– Aumentare fibre solubili (avena, legumi, mele)
– Consumare grassi buoni (olio extravergine, avocado, noci, pesce azzurro)
2. Attività fisica regolare
30 minuti al giorno di camminata veloce o sport migliorano il profilo lipidico.
3. Perdita di peso (se in eccesso)
Anche 5-10% di peso in meno possono abbassare le LDL.
4. Ridurre zuccheri e carboidrati raffinati
Un eccesso di zuccheri può peggiorare il quadro lipidico, favorendo le LDL piccole e dense.
5. Farmaci (se necessario)
In caso di rischio elevato, il medico può prescrivere statine o altri ipolipemizzanti.
❗ I falsi miti da sfatare
- “LDL alte? Elimino le uova.”
⚠️ Le uova contengono colesterolo alimentare, ma non aumentano direttamente le LDL nella maggior parte delle persone. Il vero nemico sono i grassi trans e gli zuccheri. - “Sono magro, quindi ho le LDL basse.”
⚠️ Anche chi è normopeso può avere dislipidemie, soprattutto se sedentario o geneticamente predisposto. - “Le LDL vanno sempre abbassate.”
⚠️ No. Vanno gestite in relazione al rischio cardiovascolare globale.
✅ Conclusione
Le lipoproteine a bassa densità non sono il nemico numero uno, ma un campanello d’allarme da interpretare. In un corpo sano, ben nutrito e attivo, le LDL svolgono la loro funzione senza danni. Ma in presenza di uno stile di vita scorretto, di infiammazione cronica o di predisposizione genetica, possono diventare un fattore critico.
Quindi no, non è solo questione di “colesterolo buono e cattivo”. È questione di equilibrio, contesto e prevenzione intelligente.