Lucia ha 51 anni, lavora come impiegata e per anni ha convissuto con un senso costante di fame, gonfiore e stanchezza. “Non avevo un grande sovrappeso, ma ero intrappolata in un corpo che non si muoveva più. Ogni anno prendevo due o tre chili, senza accorgermene.”
Dopo una visita con il medico di base per pressione borderline e affaticamento cronico, le viene consigliato di rivolgersi a una nutrizionista clinica. Da lì parte un percorso che cambia non solo il suo peso, ma anche il suo rapporto con il cibo.
“Mi sembrava impossibile non avere fame. Pensavo che fosse normale convivere con quel buco allo stomaco. Invece era il mio corpo a chiedere un reset.”
🔍 Un metabolismo in rallentamento
Lucia non era obesa, ma presentava i tipici segni di una sindrome metabolica in fase iniziale:
- Pressione 135/85 (al limite alto)
- Glicemia lievemente aumentata
- Grasso addominale prevalente
- Energia bassa, sonnolenza dopo i pasti
- Fame ricorrente, soprattutto a metà pomeriggio e dopo cena
La proposta della nutrizionista: una chetogenica a contenuto calorico moderato, della durata di 8 settimane, con l’obiettivo di:
- Indurre la chetosi nutrizionale
- Ridurre la resistenza insulinica
- Favorire la perdita di massa grassa viscerale
- Azzerare la fame neuro-ormonale
🍽️ Il protocollo: chetogenica morbida, ma efficace
Il piano alimentare prevedeva:
- Circa 1000–1100 kcal al giorno
- Carboidrati: <30 g al giorno
- Proteine: personalizzate in base alla massa magra (1–1,2 g/kg)
- Grassi: da olio EVO, avocado, semi oleosi
- 3 pasti principali + 1 spuntino proteico
- Nessuna attività fisica intensa nelle prime settimane
Esempio di giornata tipo:
- Colazione: omelette + avocado + caffè amaro
- Pranzo: petto di pollo + zucchine + olio EVO
- Cena: filetto di pesce + finocchi crudi
- Spuntino: yogurt greco intero con semi di lino
“Dopo il secondo giorno, la fame è sparita. Per me era una cosa nuova. Mangiare senza avere voglia di aprire la dispensa ogni due ore.”
📉 I risultati: 11 kg in meno e farmaci sospesi
Dopo 4 mesi Lucia perde 11 kg, in gran parte di massa grassa. Ma soprattutto:
- La pressione si normalizza (115/75)
- La fame sparisce quasi completamente
- L’energia migliora e non ci sono più cali glicemici
- Il medico sospende la terapia antipertensiva, con monitoraggio
“Non mi ero mai sentita così stabile. Senza gonfiore, senza sonnolenza dopo pranzo. Ma la cosa più bella era alzarmi dal letto leggera.”
🔁 Mantenimento e reintroduzione dei carboidrati
Dopo il primo ciclo chetogenico, Lucia inizia la fase di transizione, con una reintroduzione graduale dei carboidrati:
- Piccole porzioni di frutta (mela, kiwi, frutti di bosco)
- Cereali integrali (riso venere, grano saraceno)
- Legumi in piccole quantità
- Sempre abbinati a verdure e proteine
Attualmente segue una dieta low carb mediterranea, con due giorni settimanali “low keto” per mantenere flessibilità metabolica.
💬 Il cibo come equilibrio, non come rinuncia
“Non ho mai amato le diete. Ma questa non sembrava una punizione, piuttosto un metodo. Mi ha dato ordine e lucidità.”
Lucia continua a monitorare il peso ogni 15 giorni e tiene un diario alimentare semplificato. Ha ripreso a camminare ogni mattina e non ha più ripreso i chili persi.
“Non sono tornata a mangiare tutto. Ma non perché non posso. Perché ho capito cosa mi fa stare bene e cosa no.”
La storia di Lucia conferma che la chetogenica, se impostata con metodo, può offrire risultati concreti anche in assenza di obesità marcata. Ridurre la fame, regolare la glicemia e abbassare la pressione sono obiettivi raggiungibili senza estremismi, ma con un approccio ragionato e sostenibile.
“Non è stata solo una dieta. È stata una rieducazione, in silenzio, senza stress. E mi ha restituito una cosa preziosa: la calma.”