Qual è il rapporto tra dieta e fertilità?

Sovrappeso e obesità sono nemici di cuore, polmoni e hanno un’incidenza anche nella fertilità maschile. Scopriamo perché.

Dati del Ministero della Salute stimano che un maschio su tre abbia problemi andrologici che possono essere diversi a seconda della fascia d’età.  Nello specifico si calcola che il 27% dei giovani italiani da 0 ai 18 anni presenta problematiche della sfera riproduttiva e sessuale, mentre gli adulti tra i 19 e i 50 anni affetti da patologie andrologiche sono circa il 40% con una maggiore prevalenza di infertilità e problematiche sessuali. Infine, solo circa 1/3 dei maschi sopra i 50 anni consulta l’andrologo per risolvere problematiche legate alla sessualità. Inoltre meno del 5% tra i giovani maschi italiani si sottopone ad una visita andrologica preventiva.

Tra i fattori di rischio oltre all’età, allo stress, all’esposizione di agenti fisici e chimici compare anche l’obesità.

Abbiamo approfondito la tematica con Giovanni Corona, endocrinologo e andrologo bolognese, presidente della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità (SIAMS), che compare tra i è tra i primi 100.000 scienziati più influenti al mondo. Il ricercatore, medico presso l’Ospedale Maggiore di Bologna è autore di numerosi pubblicazioni oltre che promotore della conoscenza e ricerca della salute sessuale maschile e femminile, riconosciuta come un vero e proprio diritto essenziale all’interno dei parametri che definiscono lo stato di completo benessere fisico, mentale e sociale. 

Dottore quanto influisce l’obesità sui problemi andrologici?

L’obesità influisce su vari aspetti della fertilità e della sessualità maschile, a loro volta indicatori importanti della salute generale di un individuo. Diversi studi hanno dimostrato un’associazione preoccupante tra l’eccesso di peso e disfunzione erettile in particolare. Inoltre, evidenze sempre più consolidate documentano un effetto negativo del sovrappeso e della obesità sulla qualità del seme maschile, contribuendo ad un problema di fertilità che contraddistingue circa il 15% delle coppie in età fertile. Ormai è chiaro che il peso non è una questione effimera, ma è un indicatore importante per valutare la salute di un individuo. Dieta e fertilità sono collegate.

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Quindi si può parlare di correlazione diretta tra disfunzione erettile, infertilità maschiale e obesità?

Si, c’è una correlazione diretta. Il fatto stesso di avere una situazione di obesità comporta una riduzione della produzione di testosterone causando danni sia a livello centrale (ipotalamo e ipofisi) sia a livello periferico (testicolo). Inoltre, dati più recenti dimostrano come una dieta squilibrata ricca di grassi saturi e proteine e povera di frutta e vegetali possa contribuire anche all’insorgenza di un danno sulle vie seminali ed in particolare sulla prostata. Tutti questi fattori, insieme all’aumentato rischio cardiovascolare intrinseco alla obesità possono spiegare la relazione stretta tra obesità infertilità e disturbo della sessualità nel maschio.

Obesità, sindrome metabolica, ipogonadismo maschile e rischio cardiovascolare sono tutte condizioni correlate tra loro.

Indizi che c’è una relazione tra dieta e fertilità. Un calo di testosterone, detto “ipogonadismo”, frequente negli uomini sopra i 50 ma sempre più diffuso anche a partire dai 40 anni, è stato associato ad un aumentato rischio di malattie cardiovascolari. Disfunzione erettile e infertilità sono da considerarsi un vero e proprio specchio sullo stato di salute di un soggetto. Diciamo che entrambe le condizioni rappresentano un problema, ma anche un’occasione. L’occasione per andare da medico che deve farsi carico del sintomo e ciò che c’è dietro il sintomo. 

Iperplasia prostatica benigna una nuova malattia metabolica del maschio che invecchia e si correla con disfunzioni sessuali?  

Dati attuali anche questi recenti mostrano come l’iperplasia prostatica benigna possa essere considerata una malattia metabolica. Accanto alle componenti classiche quali quella anatomica e dinamica si aggiunge la componente infiammatoria ampiamente modulata dalla condizione metabolica. L’associazione dei sintomi prostatici al disturbo metabolico rappresenta un ulteriore fattore di rischio per lo sviluppo di una problematica sessuale 

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La perdita di peso corporeo corregge l’ipogonadismo associato all’obesità e migliora i problemi andrologici dell’uomo obeso?

Un dato senza dubbio importante concerne i livelli di testosterone. Come detto in precedenza, l’obesità ad esempio riduce il testosterone sia agendo sul centro di controllo cerebrale di produzione del testosterone sia agendo sui testicoli. Da un lato manca lo stimolo che regola la produzione di testosterone dall’altro si crea un danno al testicolo con una conseguente limitazione di produzione di testosterone. La perdita di peso in questo quadro è di certo un fattore importante. Perdere peso vuol dire avere un aumento del livello di testosterone. Qualunque approccio sia capace di migliorare i valori di peso è capace di migliorare sia i livelli di testosterone sia i paramenti sessuali. 

La dieta chetogenica può rappresentare un utile alleato in questa situazione?

E’ evidente che, in presenza di un professionista e di un protocollo controllato, una dieta chetogenica è capace di indurre una significativa riduzione di peso ed una correzione di quei fattori di rischio cardiocircolatori e con essi i collegati danni andrologici.