Il peso è un elemento che va gestito in ogni fase della vita di una donna. Spesso bisogna partire da questo “indicatore” per avviare delle soluzioni efficaci su altre questioni. Pcos, Sindrome metabolica, obesità, diabete tipo 2 sono solo alcune delle problematiche trattate con percorsi dietoterapici chetogenici. Ne abbiamo parlato con la Dottoressa Francesca Marino, Biologa nutrizionista affiliata alla Cattedra Unesco di Educazione alla Salute della Federico II, titolata dalla Professoressa Annamaria Colao. L’abbiamo incontrata durante la prima giornata di “DONNE“, un evento pensato per rimettere al centro dell’agenda pubblica il concetto di “prevenzione”. Un vero e proprio villaggio della salute offerto a tutte le donne di ogni età, che include procedure diagnostiche di primo livello, per esempio la visita cardiologica con elettrocardiogramma ed ecocardiogramma, la visita ginecologica con ecografia pelvica e il PAP test, indagini che sono effettuate secondo il giudizio del medico presente in ambulatorio.

Dottoressa quali sono le peculiarità di una dieta chetogenica?

La dieta chetogenica si presenta come l’unico regime alimentare riconosciuto dal mondo scientifico che consente una perdita di peso importante in un tempo ristretto. La sua più grande peculiarità concerne la capacità di perdere grasso, non intaccando la massa magra, grazie ad una vera e propria inversione metabolica tipica di un processo chetogenico che vede una risposta che non è insulino-dipendente ma subentra il cosiddetto antagonista: il glucagone. Il glucagone è un ormone che fa un qualcosa di unico: prende il deposito di grasso e lo elimina. Già dopo 10 giorni di trattamento come emerge dalla impedenziometria si rileva una importante perdita di massa grassa. 

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In una dieta chetogenica risulta semplice perdere chili, la vera sfida sta in una buona strategia di mantenimento.

Come si fa un buon mantenimento?

Diciamo che non c’è uno standard uguale per tutti. La quantità di carboidrati da reintrodurre nelle varie fasi va pensato come un vero e proprio percorso sartoriale che cambia da individuo a individuo. Io mi occupo ad esempio a donne che si di devono sottoporre a percorsi di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita), queste donne soprattutto obese hanno infiammazione a livello pelvico dovuta al grasso che non consente né una gravidanza né il buon esito di tecniche di PMA. In questo caso poter accedere alla keto che ti consente di perdere grasso in poco tempo è determinante per realizzare i proprio obiettivi di vita. Se ho 38 anni, sono obesa e voglio una gravidanza non posso aspettare tempi lunghi. Anche con una dieta mediterranea si può perdere peso in breve tempo, ma di base ci vuole un buon metabolismo basale che non dipende solo da attività fisica, ma anche dalla genetica che sta dietro ad ogni singola persona. 

Quanto sono state rivoluzionarie le nuove linee guida europee che parlano della VLCKD come il percorso consigliato nei casi dell’obesità?

In realtà le guida andrebbero aggiornate anno in anno a scoperta di nuove evidenze. Della keto si conosce sono la punta dell’iceberg. Andrebbe fatta più ricerca, più aggiornamento e più formazione perché parlare di chetogenica non vuol dire parlare di regime iperproteici e iperlipidici, ma esistono soluzioni normoproteiche ottime, supportate da prodotti semplici e buoni sia dal punto di vista organolettico sia dei macronutrienti. 

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Nella sua esperienza si può dire che i pasti sostitutivi sono un valido aiuto ad un percorso dietoterapico chetogenico?

Si, diciamo che c’è una vecchia concezione che associa il pasto sostitutivo al “bibitone”. Pasto sostitutivo uguale junk food, un binomio assolutamente sbagliato e anacronistico. Oggi si deve riconoscere la presenza di realtà, di aziende che lavorano scientificamente su prodotti derivati da proteine vegetali che sono il futuro. Questo è innegabile. Io parlerei di pasto keto, sostitutivo non è un termine adatto, sostitutivo rispetto a cosa? Si tratta di un’altra dieta, di un’altra impostazione.

Il centro nevralgico di questo evento è il concetto di “prevenzione”. Quanto è fondamentale il peso forma nell’ambito della medicina preventiva?

Diciamo che il grasso viscerale è solo una delle voci della prevenzione. Prevenzione è tutto. Vuol dire fare sport regolarmente, controllarsi periodicamente, evitare una vita stressata, mangiare bene, limitare il consumo di alcool ed eliminare il fumo. Poi c’è la genetica e questa ha comunque una sua valenza in questo discorso.

Prevenzione include una serie di attività difficili da coprire a 360 gradi, ma anche ambire ad una sola parte di esse resta fondamentale per la conservazione di uno stato di benessere e longevità.