“Il cervello è l’organo che consuma più energie in assoluto,” ha spiegato Cherubino Di Lorenzo durante la III Edizione del G8 delle Diete Chetogeniche di Roma, “ci nutriamo per fornire energia e anche per fornire micronutrienti che non possiamo produrre da soli e che il nostro cervello consuma in grandi quantità.

Un’alimentazione scorretta fa soffrire il cervello e l’organismo.” Il ruolo chiave della dieta chetogenica emerge in questo contesto. Di Lorenzo evidenzia come questa dieta non sia solo un regime alimentare, ma una vera e propria terapia farmacologica in cui il ‘farmaco’ non viene prodotto all’esterno, ma all’interno, modificando l’alimentazione”.

I vantaggi offerti dalla corretta alimentazione, data dai micronutrienti, vengono integrati dagli effetti della chetosi, in grado di avere un’azione antinfiammatoria, antiossidante, neuroplastica, oltre a normalizzare l’eccitabilità corticale,” afferma Di Lorenzo.

Questi benefici sono particolarmente utili in una serie di patologie, tra cui l’epilessia, l’emicrania, lo spettro autistico e i disturbi legati all’invecchiamento. Nata nel 1921 per trattare bambini epilettici farmaco-resistenti, la dieta chetogenica offre vantaggi notevoli anche nel trattamento di altre patologie. “Un altro vantaggio della chetogenica è che questa lavora anche sull’insulina, che non è solo un ormone ma anche un neurotrasmettitore. Se sregolato, peggiora le condizioni di vita del paziente,” conclude Di Lorenzo.

Insulina e alimentazione

Uno degli aspetti più interessanti della dieta chetogenica è il suo effetto sulla regolazione dell’insulina, l’ormone che controlla i livelli di glucosio nel sangue.

L’insulina è prodotta dal pancreas e viene rilasciata nel sangue quando mangiamo, in particolare quando consumiamo carboidrati. Questa insulina permette alle cellule di utilizzare il glucosio come fonte di energia e, nel contempo, regola la quantità di glucosio presente nel sangue.

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Nelle persone con diabete di tipo 2, il corpo non riesce a rispondere adeguatamente all’insulina, portando a livelli elevati di glucosio nel sangue. La dieta chetogenica può avere un ruolo positivo nel controllo del diabete di tipo 2, principalmente grazie al suo impatto sulla regolazione dell’insulina.

Dato che la dieta chetogenica limita l’assunzione di carboidrati, diminuisce il bisogno del corpo di rilasciare insulina. Questa riduzione nella produzione di insulina può aiutare a migliorare la sensibilità all’insulina, permettendo al corpo di utilizzare in modo più efficiente l’insulina che produce.

Molteplici studi hanno dimostrato che la dieta chetogenica può contribuire a ridurre i livelli di insulina a digiuno e migliorare la sensibilità all’insulina. Questi effetti possono aiutare a stabilizzare i livelli di glucosio nel sangue e, a lungo termine, potrebbero ridurre il rischio di complicazioni associate al diabete.

Tuttavia, è importante sottolineare che sebbene la dieta chetogenica possa avere effetti benefici sulla regolazione dell’insulina e sul controllo del diabete, non è un approccio adatto a tutti e deve essere intrapresa sotto la supervisione di un professionista sanitario. Questo è particolarmente importante per le persone che stanno già gestendo il diabete con farmaci che abbassano la glicemia, dato che la dieta chetogenica potrebbe richiedere un aggiustamento del dosaggio.

In conclusione, la dieta chetogenica rappresenta un interessante strumento nutrizionale per la regolazione dell’insulina e il controllo del diabete. Tuttavia, come con ogni cambiamento nella dieta o nello stile di vita, è importante discutere con un professionista sanitario prima di iniziare.