Da 23 anni ormai si celebra la Giornata Mondiale contro il Cancro, un’occasione che offre l’opportunità di riflettere sull’impegno delle istituzioni e degli individui nella lotta contro le malattie oncologiche.

Quest’anno si è posto l’accento sulla necessità di colmare il gap sulla cura. Come riportato da uno studio sul Journal of Public Health ad incidere sui decessi da cancro gioca un ruolo chiave anche il livello di istruzione. La scolarizzazione, difatti, influenzando anche le opportunità economiche, emerge quindi come uno dei fattori socioeconomici che impattano sulla mortalità legata a questa problematica. 

I numeri

Nel contesto globale della lotta contro il cancro, l’importanza di una corretta alimentazione emerge come uno dei pilastri fondamentali nella prevenzione di questa patologia in costante crescita in tutto il mondo. Secondo le stime dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) nel 2022, si sono registrati 20 milioni di nuovi casi, con proiezioni che indicano un aumento a oltre 35 milioni entro il 2050. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riconosce il cancro come la seconda causa di morte a livello mondiale, con 10 milioni di decessi nel 2020.

In Italia, il rapporto “I numeri del cancro in Italia 2023” prevede 395.000 nuovi casi di tumore nel 2023, segnalando un incremento rispetto agli anni precedenti. I dati evidenziano la mammella, il colon-retto, il polmone, la prostata e la vescica come i tumori con la maggiore incidenza.

La prevenzione gioca un ruolo cruciale nella lotta contro il cancro, con il Piano europeo contro il cancro e il Piano Oncologico Nazionale 2020-2027 che sottolineano l’importanza della diagnosi precoce e di uno stile di vita sano. 

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Cancro e dieta chetogenica

La strategia di contrasto al cancro tramite l’alimentazione è fondamentalmente quella della prevenzione. Con le ormai note regole alimentari che consentono il mantenimento dello stato di benessere in generale e contrastano, oltre al cancro, tutte le malattie sicuramente legate ad una non corretta alimentazione, obesità e diabete su tutte. Ma tra i più innovativi strumenti nutrizionali in grado di influenzare direttamente l’andamento e la prognosi delle malattie tumorali va segnalata la dieta chetogenica. Si fonda, in pratica, nel privare di nutrimento le cellule malate e trova fondamento in principi risalenti al premio Nobel Otto Warburg nei primi anni del ventesimo secolo. Si parla infatti di effetto Warburg, premio Nobel nel 1931, che descrive una peculiarità delle cellule cancerose, le quali prediligono un tipo di metabolismo (glicolisi anaerobia) che non richiede ossigeno e si basa sull’utilizzo di grandi quantità di glucosio. La dieta chetogenica, limitando severamente l’assunzione di carboidrati a meno di 50 grammi al giorno, riduce drasticamente la disponibilità di glucosio per le cellule tumorali ed induce la produzione di corpi chetonici che, fonte energetica sostitutiva del glucosio per le cellule normali, non possono esserlo, appunto, per quelle tumorali, che vanno incontro a intenso stress ossidativo ed apoptosi.

In uno studio pubblicato su PubMed che vede come firmatari: Luigi Barrea, Massimiliano Caprio, Dario Tuccinardi, Eleonora Moriconi, Laura Di Renzo, Giovanna Muscogiuri, Annamaria Colao e Silvia Savastano, dal titolo Ketogenic diet “starve” cancer? Emerging evidence, si parla della capacità della dieta chetogenica di privare le cellule tumorali del loro principale nutrimento, portandole effettivamente alla morte per inedia. La riduzione significativa dell’assunzione di carboidrati, al di sotto dei 50 grammi giornalieri, limita l’apporto di glucosio necessario alle cellule cancerose, costringendole a modificare il loro metabolismo. Questo cambio metabolico provoca un incremento dello stress ossidativo e dei radicali liberi dell’ossigeno, inducendo la morte delle cellule malate. La chetosi nutrizionale, indotta dalla dieta chetogenica, innesca l’attivazione di geni specifici che impediscono la proliferazione delle cellule tumorali. Questo regime alimentare influisce positivamente anche sulla composizione corporea, diminuendo la massa grassa, che è associata all’infiammazione, e mantenendo quella muscolare, potenziando di conseguenza l’efficacia del sistema immunitario. Da qui emerge che la dieta chetogenica non è solo una strategia dietetica ma un autentico trattamento metabolico contro il cancro.

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Il Commento del Professor Giovanni Spera:

Diciamo che è noto da tempo il cosiddetto “Effetto Warburg” il meccanismo preferito cioè dalle cellule tumorali in genere per nutrirsi e quindi proliferare. Consiste essenzialmente nell’esclusivo uso del glucosio come fonte energetica e metabolica. Tanto che numerosi approcci terapeutici in diversi tipi di patologie tumorali si sono basati sul tentativo di “affamare” le cellule tumorali impedendo loro di utilizzare il glucosio, un po’ come si è fatto con i farmaci che ne impediscono l’irrorazione sanguigna. Esistono già casistiche di piccole dimensioni, ma sufficientemente ben studiate, nelle quali l’attacco alla vitalità delle cellule cancerogene è stato tentato mediante diete chetogeniche, naturalmente non ipocaloriche, prive di carboidrati ed in grado di indurre produzione di corpi chetonici. Tutte le cellule normali, comprese quelle cerebrali, sono in grado di utilizzare per tempi più o meno lunghi i chetoni come substrato energetico al posto del glucosio, mentre le cellule dei tumori molto meno se non per nulla. Chiaramente su questi studi sono necessari ulteriori approfondimenti, ma è chiaro che le diete chetogeniche, prescritte e seguite da un medico esperto, hanno delle funzioni ben superiori alla mera perdita di peso.

Va precisato che, a parte gli studi sperimentali, tutti gli studi su casi clinici hanno potuto evidenziare solo un’azione delle diete chetogeniche coadiuvante le terapie oncologiche tradizionali, nel senso di una migliore compliance generale dei pazienti in generale e nella qualità di vita in particolare. Le terapie dietetiche basate sull’induzione della chetosi si stanno rivelando indispensabili, ma sono un patrimonio culturale prezioso solo nelle mani di esperti capaci di prescrivere correttamente.