Eleonora ha 25 anni, lavora come estetista, e per molto tempo ha vissuto una doppia vita: da un lato, la professionista sorridente, impeccabile con le clienti; dall’altro, una giovane donna intrappolata in un corpo che non riconosceva più. “Avevo provato qualsiasi tipo di dieta. Quella del gruppo sanguigno, la detox, la mediterranea ipocalorica. Tutte fallivano. O meglio: funzionavano per un mese, poi ricominciavo a ingrassare.”
La bilancia aveva raggiunto quota 120 kg, e con essa erano arrivate l’apnea notturna, il reflusso gastrico, la stanchezza continua. “Avevo paura. Non solo per l’aspetto, ma per la salute. Ogni rampa di scale era una fatica. Avevo 25 anni, ma mi sentivo come se ne avessi il doppio.”
L’inizio: una decisione radicale
Eleonora si è rivolta a un centro nutrizionale specializzato in terapie chetogeniche, con l’obiettivo di non “fare l’ennesima dieta”, ma cambiare struttura metabolica, affrontando in modo clinico il problema dell’obesità.
“Ho detto al dottore: non voglio dimagrire per l’estate. Voglio farlo per non ammalarmi. Questa deve essere l’ultima volta.”
Il piano proposto è rigoroso: una VLCKD (very low calorie ketogenic diet) su base clinica, della durata prevista di 6 mesi, seguita da una lunga fase di transizione.
Le caratteristiche principali:
- Apporto calorico: 600–800 kcal/giorno nella fase iniziale
- <30 g di carboidrati al giorno
- Alimenti funzionali certificati, 5 pasti al giorno
- Grande attenzione all’idratazione e all’integrazione (magnesio, potassio, calcio, vitamine)
- Monitoraggio settimanale con esami ematochimici e bioimpedenziometria
- Nessuna attività fisica intensa nei primi due mesi
“Non è una dieta da fare da soli. È un percorso clinico. Mi sentivo seguita come in un ricovero, ma a casa.”
I risultati: peso, salute, consapevolezza
In 12 mesi, Eleonora perde 50 kg, di cui oltre 40 di massa grassa. Migliora la pressione arteriosa, scompaiono il reflusso e l’apnea. Ma soprattutto, torna a muoversi, a camminare, a vivere.
“I primi 10 chili li ho persi in un mese. Non me ne accorgevo quasi. Poi ho iniziato a cambiare taglie. A salire le scale senza fermarmi. A vedermi diversa negli occhi degli altri.”
Il cambiamento non è solo fisico. Eleonora inizia un percorso psicologico parallelo per elaborare il rapporto col cibo e con il corpo.
“Ho capito che il mio problema non era solo la fame. Era usare il cibo per gestire ansia, vuoti, noia. Il giorno in cui ho smesso di pensare a cosa mangiare ogni minuto, ho capito che stavo guarendo.”
Il mantenimento: più lungo della dieta
Dopo la fase chetogenica attiva, inizia una lenta reintroduzione dei carboidrati, sotto controllo medico. La dieta evolve in un piano low carb mediterraneo, con:
- Cereali integrali (in piccole porzioni)
- Frutta fresca a basso indice glicemico
- Legumi ben tollerati
- Proteine magre e verdure cotte
- Zero zuccheri semplici, dolci o farine raffinate
“Ho imparato a cucinare. A leggere le etichette. A dire di no, anche con gentilezza. La libertà alimentare è anche sapere scegliere.”
Oggi Eleonora pesa 70 kg, ha ripreso a fare sport (pilates e camminata veloce), e lavora come consulente benessere presso il suo centro estetico. A volte si concede un gelato, ma sa come compensare il giorno dopo.
“La dieta chetogenica è stata l’ultima. Ma non perché è magica. Perché mi ha insegnato tutto quello che le altre non mi hanno mai spiegato.”
Conclusione: la dieta non è solo il menù
La storia di Eleonora mostra quanto sia cruciale l’accompagnamento medico, psicologico e nutrizionale in un percorso dimagrante profondo. La chetogenica, se seguita con metodo, può diventare un acceleratore di consapevolezza, e non solo uno strumento di calo ponderale.
“Per anni ho avuto paura di iniziare perché pensavo che sarei fallita. Oggi ho capito che non era il mio corpo a fallire, ma le diete sbagliate che avevo seguito.”