Oggi 7 aprile si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale dedicata alla Salute. Anche quest’anno il tema appare tutt’altro che una celebrazione vuota. Appare sempre più evidente un legame osmotico tra ciò che proviamo e ciò che provano le cose attorno a noi. La pandemia ha mostrato che la nostra salute passa attraverso ciò che facciamo, ma anche ciò che facciamo all’ambiente in cui viviamo. Le sfide che ci aspettano nei mesi e negli anni a venire sono determinanti per scongiurare la nostra costante esposizione all’emergenza. Cos’è accaduto durante questo lungo anno? Cosa abbiamo compreso, nostro malgrado? Senza dubbio nei mesi sono emerse falle e criticità nei nostri sistemi di cura, ma altresì abbiamo compreso quanto possano essere determinante le nostre scelte alimentari quotidiane sul nostro stato di salute generale.

Dall’obesità, si può guarire?

Il Covid 19 ha evidenziato gli effetti deleteri e nefasti di fenomeni che fino ad allora apparivano quasi come “solo estetici” quali sovrappeso e obesità in primis. Sin dall’inizio della pandemia si è notato per queste categorie un particolare rischio di forme gravi di infezione e da quanto emerge da uno studio pubblicato di recente su PLoS ONE, sarebbero anche più suscettibili al contagio. Insomma il legato appare ed è apparso come ha ampiamente mostrato uno studio dell’Università La Sapienza su pazienti in terapia intensiva per Covid-19. Nello specifico gli scienziati che hanno osservato il fenomeno hanno dimostrato che chi ha più grasso viscerale della media ha maggiori probabilità di finire in terapia intensiva a causa dell’aggravarsi dei sintomi del Coronavirus.

Il grasso intra-addominale quindi sarebbe il principale responsabile di intubazione per Coronavirus a tutte le età.

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In particolare, per ogni aumento pari ad un’unità di grasso viscerale, si ha una probabilità 2,5 volte maggiore di dover essere intubati per poter respirare (Odds Ratio 2,5; 95% CI 1,02-6,02). Questo lavoro diretto dalla dott.ssa Mikiko Watanabe conferma la necessità di valutare attentamente peso e percentuale di grasso addominale/viscerale per programmare gli interventi in grado di contenere l’impatto sanitario di una possibile nuova ondata infettiva. Il peso forma, quindi, non concerne come si pensa spesso erroneamente, una questione soltanto estetica, ma è in gioco la nostra salute generale e questa consapevolezza appare oggi indispensabile esattamente come una qualsiasi cura o vaccino.