Guarire il Diabete è possibile. Come? Con una dieta chetogenica.

Guarire il Diabete. Uscire, smettere di prendere pastiglie o di fare iniezioni. Una specie di sogno ad occhi aperti per un paziente cui hanno sempre detto che il diabete di tipo 2 è una malattia cronica, quindi inguaribile.

Il Diabete è una delle malattie che colpiscono di più gli italiani, circa 4 milioni ne soffrono e 1 milione ne è affetto ma non lo sa. Il Diabete di tipo 2 è spesso sottovalutato, ma è una malattia complessa che purtroppo riduce l’aspettativa di vita del paziente.

Attualmente non esistono delle “cure” vere e proprie, perchè è una malattia che è causata da una predisposizione genetica e da uno stile di vita troppo sedentario. Iperalimentazione e poca attività fisica conducono necessariamente al diabete di tipo 2.

Il problema non è solo italiano ma è mondiale. Per questo motivo noi dell’AccademiadellaDieta.it siamo andati all’8° congresso Sinut, in cui uno dei panel ha visto la presenza della dottoressa Simona Ferrero, che ha portato dei dati sconvolgenti riguardo la REMISSIONE del Diabete di tipo 2 (ovvero la scomparsa della malattia, la regressione fino allo stato in cui non ci sono segni nè sintomi del diabete) grazie ESCLUSIVAMENTE ad una terapia dietologica, ovvero a una DIETA.

Guarire il diabete con la dieta chetogenica.

Incredibile vero? Una dieta Chetogenica particolare (si chiama VLCKD, very low calorie ketogenic diet), senza grassi e senza carboidrati, consente in poche settimane, grazie all’uso di Alimenti Funzionali che mantengono i livelli corretti di micronutrienti, di far regredire il diabete di tipo 2 fino a farlo scomparire.

Leggi anche  Ketogenic Diet Academy, la Dieta Chetogenica è l'unica alternativa agli approcci dietetici classici?

Questo vuol dire che il paziente diabetico non dovrà più prendere le pastiglie per controllare la glicemia, nè dovrà più fare le iniezioni di insulina.

Ne abbiamo parlato con il nostro direttore, Giovanni Spera, che ha moderato il panel e che ha commentato per noi questi dati incredibili.

“I dati che sono stati presentati dalla dottoressa Ferrero sono dati estremamente recenti e riguardano l’approccio terapeutico nutrizionale al diabete di secondo tipo. Sono dati internazionali, alcuni pubblicati sulla rivista Lancet e altri a cura della clinica privata di San Francisco Virta, specializzata in queste nuove metodiche terapeutiche basate sulle diete a basso apporto calorico e chetogeniche.

Sono dati rivoluzionari per quanto sono interessanti. Il diabete di secondo tipo, quello legato all’insulino-resistenza (cioè l’insulina non riesce a smaltire il glucosio) e che è tutt’ora definito una “malattia cronica”, quindi inguaribile, al massimo controllabile con lo stile di vita e i farmaci.

Ebbene il diabete di tipo 2 si può sconfiggere con una terapia basata su uno schema alimentare rivoluzionario, che esclude completamente i carboidrati per un breve periodo di tempo, tanto da indurre Chetosi.

Lo schema, ripetibile, consente di ricostruire l’apparato metabolico dei soggetti con diabete di tipo 2, curando il loro organismo e portando il diabete alla remissione.

Si tratta di un trattamento sicuramente rivoluzionario, che può cambiare la vita di molti pazienti ma anche migliorare l’impatto del diabete sul nostro Sistema Sanitario Nazionale”.

La VLCKD, la Very Low Calorie Ketogenic Diet, un protocollo di dieta chetogenica innovativo, che non prevede l’assunzione di grassi, accompagnato da alimenti funzionali che compensano i micronutrienti necessari all’organismo durante questa fase, consente di “rimettere in ordine” il metabolismo, di curare l’obesità e il diabete di tipo 2 e quindi più in generale la “Diabesità” come la definiamo qui su L’Accademia della Dieta, ovvero, quel complesso di peso in eccesso e squilibrio metabolico che conduce inevitabilmente all’obesità e al diabete e che altrettanto inevitabilmente riduce l’aspettativa di vita dei pazienti coinvolti.

Leggi anche  Mal di testa? Emicrania Cronica? Si sconfigge con la dieta chetogenica

Per saperne di più, leggi l’intervista alla dottoressa Simona Ferrero.