La pandemia in pochi mesi ha modificato radicalmente la nostra visione del mondo esterno e con essa inevitabilmente sono cambiati i nostri comportamenti e priorità, tra queste in primis il nostro modo di mangiare e la nostra attenzione verso la salute. Numerosi studi hanno mostrato che il peso in eccesso è un rischio aggiuntivo per diabete, malattie cardiovascolari, ma anche per il Covid-19 come fa notare uno studio de La Sapienza di Roma condotto dalla Dottoressa Mikiko Watanabe.

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I primi mesi di lockdown hanno portato sedentarietà, stress e propensione a compensare la frustrazione con il cibo, ma altresì nel corso delle settimane hanno risvegliato una certa consapevolezza verso ciò che si mangia quotidianamente. Da qui la preferenza per formule low carb, frutto di congiunzione tra gusto e benessere.

Cosa mangeremo nel 2050? Avremo frenato l’inquinamento? In che direzione andranno le nostre scelte alimentari e i nostri modi di produrre? Ne abbiamo parlato con Guido Dracone, Ceo Vittoria Health Nutrition, azienda italiana, cuneese, sviluppatasi proprio in una regione che con il cioccolato ha un rapporto speciale. Lì dove per festeggiare il trasferimento della capitale ducale da Chambéry a Torino il Re Emanuele Filiberto di Savoia servì simbolicamente alla città una tazza di cioccolata. Era il 1560 e da quell’anno ad oggi in questa stessa regione sono successe tante cose, nel mezzo c’è stato un simbolo chiave chiamato Nutella, ma anche variegate realtà produttive che tentano giorno dopo giorno nuovi upgrade di sapore tra tradizione e innovazione. 

www.vhnutrition.it

Guido come nasce Vittoria Health Nutrition e quanto ha influito su questo progetto l’appartenenza ad un luogo, quale il Piemonte, che vanta a livello mondiale uno speciale know how nella produzione di cioccolato?

Vittoria Health Nutrition, prima Nikifood, nasce quasi per gioco dall’incontro di persone appassionate e un pò folli. Nel 2016 con mio zio e Alberto Bernasconi costituiamo la società. L’albese ha di certo favorito questa costituzione. Stiamo parlando di una zona ricca di materie prime e di aziende con un particolare expertise sul cioccolato. La presenza di Bernasconi è stata nella storia di Vittoria determinante sia per la sua personalità sia per la sua formazione. Basti pensare che la sua famiglia ha inventato la macchina che la Ferrero ha utilizzato per creare i Ferrero Roches. Questo know how è stato fondamentale, la passione ha fatto tutto il resto.

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Una serie di studi ci raccontano una sempre maggiore ricerca e consapevolezza dei consumatori su ciò che mangiano sia dal punto di vista nutrizionale che di impatto ambientale. Il settore del food oggi è percepito diversamente rispetto al passato. L’idea del cibo che cura o che ammala quanto c’entra con ciò che fate?

Il cibo e lo stile di vita sono fondamentali per la salute. La pandemia ci ha fatto notare ancora di più questo bisogno però non è sempre facile seguire regole e attenersi a ciò che fa bene. Stress, inquietudine e soprattutto la voglia di concedersi degli “sgarri” a volte portano sulla cattiva strada. Lo scopo di VHN non è tanto fare un alimento che cura, ma dar vita, da ingredienti di estrema qualità, a prodotti che consentono lo “svago” senza far troppi danni e compromessi al ribasso. Mangiare una merendina con grassi e zuccheri è una cosa, mangiare un prodotto creato con valori nutrizionali puliti è un’altra. La grande sfida sta nel realizzare tutto questo  senza compromettere il sapore e la palatabilità.

Gusto, salute e sostenibilità. Tra gli ingredienti che utilizzate all’interno del laboratorio VHN c’è la quinoa identificata dalla FAO come un alimento che ha un ruolo vitale da svolgere nella realizzazione del cibo e sicurezza nutrizionale a livello globale. Oltre questo aspetto perchè è fondamentale questo pseudocereale nei vostri prodotti?

Valutare scelte sostenibili è doveroso. A noi è capitato di farlo quando abbiamo deciso di non usare l’olio di palma. Competitivo, duttile, ma determinante nel tema del disboscamento. Al suo posto abbiamo adottato l’olio di girasole alto oleico che ha un costo nettamente superiore, ma avendo ad un 80% di acido oleico rende l’olio più resistente alle alte temperature e regola le lipoproteine plasmatiche (es: l’equilibrio tra HDL e LDH, il cosiddetto colesterolo buono e cattivo). Per quanto riguarda la quinoa, è assolutamente uno pseudo cereale da tenere in considerazione anche in futuro ed è adatto per quel che facciamo sia per l’alto contenuto proteico sia per essere senza glutine. Facile da lavorare, dona un senso di sazietà, ma soprattutto contiene tutti i 9 gli aminoacidi essenziali ed è ricca di fibre alimentari, utili alla moderazione dell’indice glicemico del pasto, fibre capaci di favorire la riduzione della colesterolemia e necessarie al buon funzionamento dell’intestino.

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Qual è il target dei prodotti VHN? E quanto è diventato importante negli ultimi anni, ma soprattutto durante questo anno di pandemia il discorso sul controllo degli zuccheri e del peso?

Il Covid ha evidenziato che situazioni di sovrappeso e obesità possono essere fonte di infiammazioni. Per anni si è puntato su prodotti light, sul solo apporto calorico, togliendo ove possibile grassi ma non zuccheri. Oggi il trend è cambiato, anche per l’aumentata adozione di un’alimentazione chetogenica. Lo zucchero sportivamente è sempre stato considerato una caloria vuota poiché il suo è un utilizzo rapido. L’assunzione massiccia di zuccheri costringe  il pancreas a produrre quantità enormi di insulina per contenere il traffico di zuccheri nel sangue. L’effetto collaterale di tutta questa insulina? Grasso!

Se sommiamo l’abuso di zuccheri, gli interventi massicci di insulina e la sedentarietà si producono davvero degli effetti preoccupanti come grasso, predisposizione al diabete e a malattie cardiovascolari.

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Tornando alla domanda. Il nostro target si è sviluppato accanto alla crescita della dieta chetogenica, ma con la pandemia ha preso piede anche lo sviluppo di prodotti per conto terzi di aziende che lavorano nel canale sportivo. E’ cresciuto l’utilizzo di prodotti low carb, a base di albume d’uovo, di burro di arachidi e burro di cocco ad esempio. In contemporanea solo profilerati negozi online e market con referenze attente alle materie prime nobili e, come dicevo prima, legate al mondo del low carb. I nostro prodotti sono entrati nella nutrizione sportiva e il trend è confermato ad esempio da realtà multinazionali come Mars, M&M che hanno creato prodotti anche per target come quello degli sportivi e amanti del fitness.

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I prodotti di questa tecnologia alimentare possono consentire anche la creazione di pasti sostitutivi utili per diete chetogeniche non necessariamente ipocaloriche e indirizzate alla perdita di peso?

Si, certo. A tal proposito abbiamo prodotto dei pasti sostitutivi per una sperimentazione clinica mirata alla cura dell’emicrania mediante un percorso di dieta chetogenica normocalorica.

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Le tecnologie che abbiamo a disposizione oggi consentono di modulare questi pasti per indurre la chetosi e curare delle importanti problematiche come cefalee, diabete tipo 2, sindrome metabolica ed epilessia infantile. Ricordo infatti che nei bambini e nei giovani che soffrono di epilessia, l’alimentazione ha un ruolo fondamentale. È stato dimostrato che una dieta povera di carboidrati presenta buoni effetti sull’attività dei neuroni cerebrali, in particolare nei casi in cui la terapia farmacologica risulta meno efficace.

In questo quadro cosa è lecito aspettarsi tra qualche anno? Come vedi VHN tra 10 anni?

VHN è stata una grande sfida nata per occuparsi di proteico e senza glutine, ma oggi tutti le grandi industrie del cibo hanno una sezione dedicata al gluten free, basta guardare i grandi marchi di pasta che hanno adottato al loro interno prodotti adatti agli intolleranti anche con ottimi risultati. Questo ha messo in difficoltà numerose realtà produttive di carattere artigianale. VHN è uscita dall’angolo mediante lo sviluppo di soluzioni tecniche che esaltino ingredienti e peculiarità del cioccolato senza che queste compromettano uno stile di vita salutistico e un controllo glicemico. Come vedo VHN tra 10 anni? E’ difficile fare delle previsioni puntuali, ma senza dubbio il “trend della consapevolezza” come passaggio fondamentale verso il cibo del futuro va tenuto in considerazione ed è questo che cerco di fare nel quotidiano come padre e imprenditore.